La stanchezza e la bronchite (che sta passando), mi hanno portato a ridurre le 3x3Km di oggi. L’intensità è stata comunque buona: 3:47 di media entrambe le volte. Domani sarebbe il caso di superare i 20 km, dopo potrebbe essere troppo tardi.
Fortunato chi può scegliere quale battaglia combattere
La stanchezza e la bronchite (che sta passando), mi hanno portato a ridurre le 3x3Km di oggi. L’intensità è stata comunque buona: 3:47 di media entrambe le volte. Domani sarebbe il caso di superare i 20 km, dopo potrebbe essere troppo tardi.
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volevo fare un 26 km mercoledi’ della settimana prossima. sono troppo vicino alla maratona secondo te? se domani mattina non piove volevo alzarmi presto e farne 28….
Io farei l’uno o l’altro. Due lunghi vicini di solito non si fanno neanche quando si è lontani dalle gare. Tendiniti e contratture sono sempre in agguato. Se devi fare la gara della vita, si può rischiare, ma visto che sei al debutto e hai tuoi ottimi tempi nei test, direi che non val la pena.
Nella mia esperienza ho fatto 30 km con salite e discese anche la domenica prima della gara, riposando per bene dopo, però.
Almeno di non essere in ritardo con la preparazione, nelle ultime due settimane non si inventa niente. Il tempo è già scritto nelle gambe, si tratta di capire qual’è …
Secondo me ci sono due possibilità in alternativa:
(1) Fare un lungo alla domenica prima e corsa lenta/riposo durante la settimana
(2) Niente lungo, corsa intervallata breve 100/200 m e ritmo gara
La (2) è l’ottimale e generalmente consigliata quando si è in forma. Da brillantezza e abitua ad ritmo un po’ più elevato. La (1) è una pezza alla preparazione incompleta. Se non c’è un gran che da rifinire, meglio fare un bel lungo …
Comunque è tutto molto soggettivo, ci vuole molta esperienza per capire cos’è meglio fare. Non per niente raramente si vede gente giovane andare forte …
Nell’ultima settimana in particolare, non forzare, anche se ti sembra di fare troppo poco.
e allora mi concentro su un ultimo lungo la settimana prossima, visto che tutte le previsioni mettono pioggia per domani mattina. se non lavorassi domenica andrei a farmi la belluno feltre.
ho visto sulle tabelle che ho trovato su internet che la settimana della maratona deve essere di scarico, con pochi km a ritmo piu’ lento del RG.
purtroppo ho scoperto questo sito tardi ma mi piacerebbe provare il lungo alimentare:
http://www.podisticasolidarieta.it/podistica/home.nsf/web-notizie/C3779CF3394D4391C125726F00672768
Una soluzione per “simulare” un allenamento lungo è quella di provare il LUNGHISSIMO ALIMENTARE.
L’ho provato la prima volta nel 2005, con un risultato disastroso (dopo ve lo racconterò), ma che non ha fatto altro che confermarmi la bontà del metodo.
L’allenamento consiste in questo: la sera si corrono 15 km a ritmo maratona (perdendo quindi circa metà della nostra scorta di zuccheri), cena e colazione devono essere molto povere di carboidrati e la mattina si corrono 20 km a RG+5 (o 15 km a RG oppure 25 a RG+10”).
Volendo la sera si possono sostituire i 15 km a RG con 10 km a ritmo mezza o con 12 di corsa media, l’importante è l’alimentazione povera di zuccheri, altrimenti l’allenamento del mattino successivo non verrà effettuato in deplezione di glicogeno.
Cosa avviene nel nostro organismo?
Il corpo, con le riserve ormai dimezzate, inizierà da subito a bruciare i grassi: avremo ottenuto lo scopo del nostro allenamento senza la necessità di effettuare un allenamento lungo, sicuramente più traumatizzante per il nostro fisico.
Vi racconterò ora il mio primo lunghissimo alimentare.
La sera del 13 agosto 2005 corsi una gara di 10 km a 3’35”, terminata la quale cenai con abbondanti porzioni di prosciutto e parmigiano (zero carboidrati).
La mattina successiva feci una colazione molto povera di zuccheri e partii per il mio allenamento di 15 km da fare a 3’55”.
Per chi è di Tivoli, partendo dall’Arco di Quintiliolo dovevo raggiungere il fontanile all’inizio della salita per Marcellina, bere e tornare indietro.
Le gambe, nonostante il caldo (era pur sempre il 14 agosto!), giravano molto bene e inizia a correre a 3’50”, cioè cinque secondi più velocemente del ritmo previsto.
Arrivai al fontanile, feci una breve sosta per rinfrescarmi e ripartii; dopo poco più di un km, all’altezza della stazione ferroviaria di Marcellina, mi piantai: non riuscivo nemmeno a fare un metro!
Avendo corso più velocemente di quanto dovuto, avevo terminato anzitempo la mia riserva di zuccheri… e mancavano 6 km per tornare alla macchina!
La fortuna ha voluto che lì ci fosse la stazione e quindi, spiegata la mia situazione “fantozziana” al controllore (chiaramente non avevo né soldi né documenti), tornai a casa in treno, in canottiera e pantaloncini, stremato.
La mia “crisi” dimostra quanto il lunghissimo alimentare riesca a simulare perfettamente le condizioni in cui ci si potrebbe trovare in gara: in fondo si trattava solo di 5 secondi a km… proprio quelli che portano dritti dritti contro il MURO DEL MARATONETA!
Si l’avevo letto anch’io. Se lo fai da solo ti fa passare la voglia di correre. Di solito in questi casi si parla di lungo in deplezione di glicogeno. E’ come correre in crisi di fame. Ti senti svuotato e ti viene pure la depressione. Si può fare qualche volta ma meglio non esagerare.