Contrariamente a quanto si diceva, gli amici di ritorno da Verona raccontano di un tracciato per niente veloce. Curve strette, tratti in pavè o sconnessi, passaggio per l’Arena simile ad un percorso di “Giochi senza Frontiere” … ecco il motivo del 2h17′ del vincitore. La qualifica di “Classe A” della Iaaf deve avere motivazioni differenti dalla velocità del percorso, o, almeno a maglie piuttosto larghe. La corsa dev’essere stata piuttosto spettacolare, credo meriti l’affluenza che ha avuto. Non ho sentito lamentele verso l’organizzazione, e credo sia un successo, visto che partenza e arrivo erano molto vicini e che partivano assieme sia la mezza che la maratona.
La cronaca della gara maschile elenca pure un paio di colpi di scena. Prima l’etiope Mekurya, capace di prendersi un vantaggio di qualche minuto per poi crollare, sembra, per un problema fisico. Poi il keniano Kipkemoi Kiplagat cade intorno al 40° e viene superato dal connazionale compagno di squadra Hilary Mutai.