Oggi m’è scappato il più bel Test di Conconi della (mia) storia. Non ho usato la lepre elettronica e non ho guardato la velocità istantanea del Garmin per vedere se stavo effettivamente accelerando. Non mi fido più della velocità istantanea. Ho controllato solamente la frequenza cardiaca ogni tanto. Il segreto, credo, è nella concentrazione. Ritmavo tra me e me la cadenza dei passi come fosse il giro di basso di un pezzo rock ispirato al crescendo Ravèliano.Non è perfetto, per carità, però la linearità dei punti mi ha meravigliato. Considerato il vento che a tratti soffiava molto forte devo essere veramente soddisfatto. Oltre alla ritrovata fiducia nel metodo, sono molto soddisfatto anche per quanto riguarda il risultato ottenuto. Considerando intervalli di 100m ottengo i seguenti valori:
Velocità di soglia: 17.3 Km/h
Passo di soglia: 3’29″ /Km
Frequenza cardiaca di soglia: 171 bpm
Se considero intervalli da 200m si riduce la dispersione, ma si introduce un errore sistematico che tende ad abbassare i valori. Nonostante questo il risultato manifesta ancora un’ottima forma:
Velocità di soglia: 16.9 Km/h
Passo di soglia: 3’34″ /Km
Frequenza cardiaca di soglia: 170 bpm
Non ho mai avuto questi valori ad un mese prima di una gara. I dati e la logica continuano a darmi fiducia. Non avverto però questa sensazione. Non mi sento ancora in grado di fare la maratona più veloce della mia vita. Probabilmente questo è dovuto al fatto che in questa occasione sto facendo molto più km di quanto ero solito fare, a discapito della freschezza e della velocità media degli allenamenti. Mi aspetta un’ultima settimana di grande carico, dopo di che cercherò di ritrovare freschezza e buone sensazioni.
Prendendo la stima peggiore della soglia aerobica e ipotizzando che agli occhi di Pizzolato appaia sovrappeso o con una carriera limitata o poco allenato, tanto da stimare di dover correre in maratona all’80% della velocità di soglia, dovrei stare comunque sotto il passo di 4’30″/Km. Meglio non pensarci e fare i conti alla fine. Piuttosto devo ricordare cosa mi hanno insegnato le due maratone di quest’anno: a Treviso ho imparato che a voler strafare si butta alle ortiche una ottima preparazione, a Trieste ho imparato che la frequenza cardiaca più che la velocità aiuta a controllare il dispendio di energie. Devo tenere a mente, poi, che due settimane dopo la maratona di Venezia, ho un altro appuntamento importante, la maratonina di san Martino. La corsa di casa quest’anno è campionato regionale. Sarà la secoda mezza che corro guardando il cronometro, spero sia fonte di sorprese come l’anno scorso.