Guardando i dati degli allenamenti da agosto in poi, non posso essere sorpreso del risultato di Venezia. Partendo dalle uscite estive da 90 minuti ciascuna, ai tre lunghi in crescendo e passando per il nuovo tipo di ripetute medio-lunghe con recupero a ritmo gara tutto è andato per il meglio. Il carico è stato decisamente maggiore rispetto alle maratone precedenti. Lo scarico finale ha dato gli effetti previsti al momento giusto. I km totali sono stati 600 circa, con un super settembre da 272 km. Le velocità medie non sono state elevatissime. Durante la preparazione della maratona primaverile avevo fatto settimane più veloci.

A tre giorni dalla maratona la mia condizione è decisamente buona. Sono affaticato ma in grado di allenarmi. Ovviamente penso a quanto avrei potuto limare al tempo finale con una tattica meno attendistica. Non voglio alimentare alcun rimpianto, sia chiaro. Questo è il tempo che volevo fare e la tattica che volevo seguire. Mi interessa invece stimare quanto vale la preparazione che ho fatto. Tanto per avere un’idea per il futuro.
Ho pagato 50 secondi buoni alla partenza, oltre al disagio di superare persone che viaggiano a 5’/Km allungando il percorso e facendo qualche accelerazione.
Al centro di Mestre ho percorso 3 km veloci per il calore del pubblico. Ho girato sempre abbastanza costante nonostante il saliscendi di S. Giuliano e dei cavalcavia. Nel tratto centrale del ponte della libertà ho perso 7 secondi sulla media, a causa del vento contrario. Arrivato in città ho accelereato di qualche secondo. Ho perso solo 10 secondi nel tratto delle zattere che va alla punta della dogana. Il tratto era stretto, pericoloso e qualche atleta in difficoltà costringeva a rallentare. Questo era l’ultimo tratto nascosto al pubblico. Chi non ne aveva più rifiatava qui prima della folla di piazza S. Marco.
Posso quindi mettere in consuntivo un ritardo di circa un minuto imputabile a “cause esterne”. Negli ultimi 4-5 km l’impegno è aumentato ma è servito solamente a compensare le difficoltà climatiche ed ambientali. A voler osare conveniva farlo solo dopo il km 30 e credo mi avrebbe fatto guadagnare una trentina di secondi, visto che nel finale ero comunque abbastanza al limite. A voler strafare FORSE potevo concludere in 3h9′ pagando qualche giorno in più per il recupero e sacrificando un po’ la messa a punto per la mezza del 7 novembre. Valeva la pena? Se questo fosse il mio limite, si. Tra 5 mesi, però, avrò l’obiettivo di migliorarmi almeno di 5 minuti, quindi, a questo punto, avere adesso un 3.10 o un 3.09 conta poco. Ci tengo parecchio, invece al mio tempo sulla mezza. Visto che in genere n faccio una all’anno …
E’ presto fare progetti per marzo prossimo? Ho cominciato a farli due settimane fa. Un mese di potenziamento fino a Natale, poi, se sopravvivo a cotechini e panettoni nelle 3 settimane di stop forzato. A gennaio valuterò il tempo a cui puntare. Il programma sarà molto simile a quello svolto in questo autunno. Con qualche aggiustamento che sto valutando.

Di Abro

2 pensiero su “Un commento da analista”
  1. Complimenti innanzitutto per il risultato: hai fatto un’ottima gara che ha concretizzato un’ottima preparazione.
    Ti ho seguito con costanza e mi piace molto il tuo approccio alla corsa.
    Credo che tu abbia grandi margini in maratona di fronte a te.
    Non conveniva sicuramente “tirarsi il collo” per 1 minuto quando hai il limite molto lontano.
    Per avvicinare il limite credo che dovrai aumentare un po’ i km anche se il tempo e l’abitudine alle lunghe distanze ti agevolerà comunque.

    Ciao

    Stefano

  2. Grazie. Anche tu mi sembri molto metodico e costante.
    Non mi peserebbe aumentare i km, ma devo fare i conti con il tempo a disposizione.
    Ciao

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