Finalmente sono riuscito a separare i dati del riscaldamento (circa 4.5 km) da quelli della gara. Ho litigato un po’ con ST3, ma alla fine ce l’ho fatta senza perder niente per strada.
Mi colpisce la frequenza cardiaca: 5 km con pulsazioni oltre i 180! Non c’è dubbio che mi sia tirato un po’ per il collo. Forse complice il fatto che non riuscivo a leggere il garmin a causa dell’oscurità, non mi sono limitato, ho corso a tutta fin che ne avevo. Poi è arrivato il dolore a … fegato? addominali? … Ho dapprima rallentato, poi ho camminato per 300 metri circa. Mi sembravano molti di più, in gara. Ho ripreso andando in progressione. Inizialmente ero demotivato, pensavo di aver buttato una gara. Qualche corridore mi superava, ma non riuscivo a mettermi in scia per paura che tornasse il dolore. Solo negli ultimi km ho ripreso coraggio, terminando con una volata che mi ha riempito di soddisfazione.
Non era difficile attendersi una raffica di miglioramenti dei miei tempi su alcune distanze. Era la mia prima gara sul breve, la temperatura era perfetta e mi sentivo pievo di energia. I dati sono misurati dal garmin, quindi per niente ufficiali. Servono solo per avere un riferimento personale. I 9980 metri della gara dichiarati dall’organizzazione sono stati misurati in 10340 dal mio FR305. Normale per un circuito pieno di curve e affollato. Molto spesso non ho tenuto la linea di minima percorrenza.
Secondo ST3 ho percorso 10 km netti in 36’26”, alla media di 3’39″/Km. I 5 km in 17’15” (3’27″/Km). Per le distanze più brevi: 2 km in 6’39” e il miglior km in 3’10”. Questi tempi erano lontani dalle mie attese. Allenandomi in condizioni climatiche poco favorevoli non avevo riscontri buoni.