La piazzetta di Mirano ha l’aria da settecento veneziano. Prima delle 8 del mattino i mercatini sono già allestiti. I gonfiabili pubblicitari stanno prendendo forma. Un caffè in santa pace, prima di cominciare la giornata. Non ci sono spogliatoi, non ci sono bagni e nemmeno il deposito borse. Ci si deve arrangiare. Con 800 iscritti senza un bagno chimico non ci si deve lamentare se nelle viuzze attorno alla piazzetta saranno sparsi un centinaio di litri di urina. Trovo i compagni di squadra, recupero pettorale e il pacco-gara (un asciugamano di cotone e due bustine di integratori). Due chiacchere, attendendo i ritardatari. Conosciamo i nostri colleghi di Trieste. Ero curioso di conoscere due atleti le cui imprese seguivo da un po’. Mi hanno fatto un’ottima impressione. Gentili e disponibili. Durante il riscaldamento ho buone impressioni. Le gambe girano con facilità, mi sembra che lo scarico abbia dato buoni effetti.
C’è un po’ di caos alla partenza. Non si capisce bene la direzione in cui si darà il via. Sembrerebbe più logico uscire dalla piazzetta, invece, dobbiamo percorrerla per metà e bui uscire da un imbuto. Mi attardo un po’ e perdo l’occasione di prendere una buona posizione. Pazienza, non sarà determinante. 200 metri dopo la partenza come era prevedibile c’è un intasamento nell’imbuto per uscire dalla piazza. Sono costretto a fermarmi per pochi istanti. Alcuni pali della segnaletica non sono ben evidenziati e c’è il rischio di sbatterci contro in una partenza così affollata. Recupero qualche posizione, mi accorgo che sto tenendo un ottimo passo. Prima del quarto Km il bivio per la 10 Km toglie un po’ di gente dal percorso. Vedo un paio di compagni di squadra davanti, che recupero e stacco quasi subito. Continuo a sentirmi bene e, come nel test di martedì scorso, ho l’impressione di riuscire a tenere questa velocità a lungo. Decido quindi di non rallentare.
Il vento a tratti è fastidioso e ora sono solo. Sento alle spalle qualcuno che mi raggiunge ma non mi supera. Speravo che il suo treno mi aiutasse a raggiungere ho un ragazzo che fa la mia stessa velocità 10-15 metri davanti. E’ alto. Potrebbe essere un ottimo frangivento. Capisco che devo fare da solo. Accelero di pochissimo.
Perdo l’inseguitore, che forse aveva speso un po’ troppo per raggiungermi.
Dopo 3 faticosi Km raggiungo il ragazzo che mi sta davanti, poco dopo il segno dell’ottavo Km. Potrebbe essere della mia categoria. Non vedo indicazioni di banche o assicurazioni nella sua canotta. Non dovrebbe essere un rivale per il campionato. 50 metri avanti c’è un gruppo molto folto. Sembra che anche loro vadano al nostro passo, ma la distanza è incolmabile. C’è solo da sperare che qualcuno di loro perda contatto. Cosa che accade poco dopo. Prima del quindicesimo davanti accelerano improvvisamente. Il gruppo si allunga e in coda coinciano a gocciolare gli atleti che non reggono il ritmo.
Al riparo del mio apripista osservo la situazione. Sono al limite, non riesco a dare cambi. Raggiungiamo un atleta che si era staccato dal gruppone. Pensavo mollasse, invece si posiziona dietro di me e tiene duro. Dopo il 15esimo il mio apripista rallenta di poco e riesco a dare un cambio. Non riesco più a stare sotto i 3’45″/Km. Mi superano entrambi, mi metto al terzo posto, poi decido di non seguirli. Mancano ancora 6 Km, non voglio buttare la prestazione. Dietro noi ci sono avvoltoi in agguato a qualche decina di secondi. Non ho una crisi. Probabilmente ero solo provato muscolarmente. A parità di sforzo comincio a perdere qualche secondo al Km. Riesco a tenere ancora un buon ritmo. Per un Km tengo i miei due ex compagni a portata di mano. Davanti il gruppone si è ormai sfaldato, lo si vede nei lunghi rettilinei. Difficile pensare che qualcuno davanti ceda di schianto. Questa non è una maratona. Le posizioni dovrebbero essere congelate. Corro per il tempo: per me e per la classifica a squadre. Negli ultimi 5 Km la fatica mi prende e mi blocca. Perdo di vista i due di fronte a me e ora cerco di tenere un ritmo sostenibile. Un paio di Km lungo l’argine è durissimo.
C’è un forte vento a tre quarti e una leggera pendenza. Tre Km a 3’57″/Km! Entrati in Mirano c’è da fare qualche slalom tra spartitraffico, auto e signore in bicicletta. Si entra in una villa attraverso il suo parco su un sentiero ghiaioso. Passaggio molto panoramico che non ho avuto modo di gustare appieno. In queste condizioni riesco a migliorare di qualche secondo e faccio gli ultimi 2 Km a 3’55″/Km. Nel rettilineo finale (abbastanza breve) l’incitamento dei compagni di squadra mi spinge a forzare lo sprint. Ho il timore che l’arrivo sia in realtà il Km 21 e continuo a correre per 10 metri dopo fino alla curva, quando un muro di gente mi suggerisce che è il caso di fermarsi. Un compagno di squadra che ha corso la 10 Km mi viene incontro e mi dice delle parole fantastiche: “uno e diciannove! sei tra i primi 20!”. Faccio due respiri profondi poi trattengo il fiato per dire senza interrompermi “Volevo fare la 10 Km ma ho sbagliato strada …”. Ci mettiamo a ridere.
Il mio tempo definitivo è 1h1930″. Il percorso probabilmente era più corto di almeno 100 metri. In ogni caso l’obiettivo dell’1h20′ è stato raggiunto. Il commentatore prende spunto dal mio arrivo per ricordare che la mia squadra ha vinto le due classifiche generali. Accolgo questa notizia con soddisfazione. Mi tolgo il chip e vado verso il ristoro. Bevo qualche bicchiere di acqua e the. Il the zuccherato ormai è imbevibile per me che non metto lo zucchero nemmeno nelle torte … Dopo queste gare mi sforzo di berlo sperando che interrompa l’eventuale catabolismo. Sento al microfono l’arrivo di un compagno di squadra: 1h22′ e rotti! E’ PB anche per lui! Complimenti, commenti a caldo e arriva altri due compagni di squadra, e poi altri due! In sette sotto l’ora e trenta! Il titolo a squadre ci appare vicino.
Faccio i complimenti a Zancan, anche lui è dispiaciuto per il percorso troppo breve. Questo sarebbe il suo personale, ma difficilmente la Fidal dovrebbe omologarlo. Per un atleta del mio livello questo disguido organizzativo è solo un piccolo problema, ma per lui un personale di 1h07′ o 1h08′ potrebbe significare porte che aprono! Iniziano le premiazioni. Eterne! Mi accorgo troppo tardi che il banco del ristoro è stato rimosso e rimango con un buco nello stomaco fastidioso. Il profumo di grigliata mista che proviene dai ristoranti condanna il mio apparato olfattivo ad un atroce martirio. Applaudiamo i nostri ragazzi che salgono sul podio.
Intanto guardo le classifiche, sono sesto di categoria. Risalgo i nominativi per vedere se ci sono bancari/assicurativi. Lo posso desumere solo dal nome della squadra. Ho davanti un Unicredit con 1h16′ e un Montepaschi a 1h17′. Non sarei mai riuscito a stare al loro passo. Gli altri che mi stanno davanti appartengono a squadre non bancarie … cerco di non illudermi. Due settimane fa a Vedelago un po’ lo avevo fatto e alla fine mi son creato una piccola delusione per una gironata che invece era stata quasi perfetta. Quasi non ci penso e alla fine sento il mio nome! Sul palco! Solito imbarazzo, che provo anche a far le foto con i parenti. Un paio di bottiglie di vino e una medaglia di vetro colorato. Le premiazioni terminano alle 13:30 con la premiazione della squadra. Saliamo in 6 e ci prendiamo la coppa. E’ tardi, facciamo qualche foto e ci salutiamo purtroppo di fretta. Mezz’ora d’auto e sono a casa a condivider la mia soddisfazione con moglie e figlia. Dopo la doccia pranzo velocemente. Dopo il caffè alzo gli occhi e mi vien da sorridere, nonostante la montagna di piatti e pentole che aspettano di essere lavati.
Complimenti, se non sbaglio negli ultimi due anni hai fatto un salto di qualità enorme; non ricordo il tuo PB in maratona ma, vista anche la tua predisposizione alla lunga distanza, credo che ora tu possa ragionevolmente ambire ad un 2h50′
@Rocha Ti ringrazio. Il 2 ottobre ho fatto 3h04′ in maratona, il mio PB. Rispetto a domenica c’erano 14 gradi in più … Con un clima più abbordabile penso che sarei arrivato vicino alle 3h. In generale rendo di più nella mezza, sono ancora un po’ troppo “pesante”.
2h50′ è ancora lontano, ma un po’ ci credo. Dipende da tante cose, non solo dagli allenamenti.