Ho messo a confronto la maratona di Marzo (Treviso, in blu) e quella di domenica (Castellana, in rosso).

Il confronto è molto istruttivo. La settimana scorsa mi ripetevo che dovevo tenere sotto controllo la frequenza cardiaca in gara. Questo mi sembrava il segreto per non soffrire crisi. La situazione è più complessa.

Ci sono tre tratti diversi tra loro: il tratto da 0 a 15 Km, da 16 a 30 Km e da 31 a 42 Km.

Nel primo tratto il cuore ha battuto più o meno allo stesso ritmo, con lo stesso tasso di incremento della frequenza Km dopo Km. A marzo però andavo decisamente più forte, complice anche la discesa. Ho impegato 77″ di meno per coprire quella distanza, circa 5″ al Km in meno!

La parte interessante è il secondo tratto. Domenica a Vedelago ho rifiatato, ho mantenuto il passo e la deriva cardiaca è stata limitata e lineare. A Treviso non ho rifiatato e ho continuato a spingere. La frequenza cardiaca ha toccato i 170 bpm e qui si è fermata, non riuscivo a superare questo limite. Perchè? La crisi era latente, ed è arrivata dopo qualche Km.

Nel terzo tratto, tra il Km 31 e il Km 42 le due gare non sono più confrontabili. A TV sono scoppiato e ho camminato, a Vedelago la frequenza cardiaca è aumentata con la stessa pendenza. Direi che è una situazione ottimale, solo un piccolo calo, dopo il 40esimo.

Non ho la chiave di lettura esatta per spiegare le gare. Ho qualche ipotesi. Nel primo tratto l’impegno cardiaco è stato simile. Non quello muscolare, però. In questa prima fase ho bruciato molte energie senza consumare ossigeno. Ciò significa consumo di zuccheri con meccanismo anaerobico. Molto dispendioso.Nei primi Km di TV la frequenza cardiaca era molto elevato. Credevo fosse un errore del Garmin. Potrebbe essere stato, invece, un po’ di tachicardia per l’emozione, o per la rabbia per la folla lenta nelle prime gabbie … Ultima ipotesi di colpevolezza: la discesa. Affrontata a ritmo elevato, con i muscoli ancora freddi, potrebbe aver causato uno stress iniziale troppo elevato.

Ho un altro tema da considerare: nella prima parte la frequenza cardiaca è simile, ma la temperatura molto diversa. Il caldo fa aumentare la frequenza cardiaca (a parità di sforzo). Quindi all’uguaglianza dello sforzo cardiaco non corrisponde un’uguaglianza dello “sforzo fisiologico” nei muscoli, quindi del consumo di zuccheri. In pratica, dovrei immaginarmi il grafico con la linea rossa un po’ più bassa. Quanto più bassa? A TV la freq. card. si è appiattita attorno ai 175 bpm, a Vedelago è arrivata poco sopra 175. Quindi direi più o meno 5 bpm. Con questa correzione la gestione della gara risulta simile a quella di Venezia 2010, altra gara ben gestita in cui non ho patito crisi.

Di Abro

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