Nella corsa di resistenza il caldo non aiuta nessuno. Tutti (o quasi) si lamentano quando la temperatura è troppo elevata. Purtroppo credo di essere tra coloro che maggiormente soffrono le temperature elevate. Lo capisco perchè anche quando è freddo, in genere, sono vestito meno rispetto ad altri podisti. Mi riscaldo molto facilmente e sudo moltissimo. Per questo credo che il risultato di domenica scorsa sia davvero molto soddisfacente.

Fa molta differenza anche il periodo dell’anno in cui la temperatura è elevata. Dalla primavera all’inizio dell’estate i primi caldi abbassano ematocrito ed emaglobina, contribuendo ad un senso di stancheza globale. A fine estate, anzi, ormai all’inizio dell’autunno, il fisico è già abituato alle temperature elevate.

Pur nella sfortuna di trovare una giornata calda, devo ammettere che sono stato fortunato per la bassa umidità e il vento, che si è alzato soprattutto nella seconda parte di gara. Essenziale anche l’acqua che mi versavo in testa ai ristori e agli spugnaggi. Molto, molto utili gli occhiali da sole, leggerissimi, comprati proprio il giorno prima da Decathlon.

Il grafico meteo qui sotto spiega molto bene la giornata.

Non c’era una nuvola. Lo si vede dalla linea delle radiazioni solari (arancio) che aumentano con andamento iperbolico senza sbalzi evidenti. La temepratura (in rosso, area piena), di conseguenza è aumentata anch’essa in maniera abbastanza costante. L’umidità è andata via via calando col levarsi del sole. La giornata era decissamente secca. Il vento (linea rossa) si è alzato ad un terzo di gara, arrivando, da metà gara in poi, a valori piuttosto sostenuti (~10 Km/h). Per più di un’ora il vento è stato a favore (liena nera in zona positiva), per poi passare a contrario per quasi mezz’ora a fine gara.

In fin dei conti, poteva andare peggio. Non erano condizioni drammatiche, sebbene difficili. Il meteo lasciava possibilità di fare una buona prestazione, a patto di essere prudenti e risparmiarsi. Queste condizioni non perdonano chi esagera o spende troppo nelle fasi iniziali.

Di Abro

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