Mentre mezza italia commenta stamattina sta ancora commentando gol visti e non visti, polemiche giuste o ingiuste, gli appassionati di corsa si sono lustrati gli occhi con due grandi eventi, uno a livello nazionale e uno internazionale.
Cominciamo dall’Italia e dalla Roma-Ostia, dove si metteva in palio il campionato di mezza maratona. Gli africani hanno fatto un ritmo molto elevato che ha portato un keniano a vincere in 59’32”. Pensavo fosse la volta buona per Domenico Ricatti, ma l’aviere è stato preceduto nettamente dal carabiniere Stefano La Rosa, già campione dei 5000 in pista. Qualche domenica fa si è ritirato ai campionati di cross per un infortunio. Non pensavo si fosse ripreso così in fretta. Terzo Scaini, a podio anche nel campionato di cross. In prospettiva La Rosa è una piccola speranza per la maratona azzurra, potrebbe essere ai livelli di Pertile. Tuttavia la sua velocità che gli permette di avere successo negli sprint, gli consiglierà di concentrarsi sulle distanze più brevi ancora per molto tempo.
In campo femminile è arrivata la sorpresa. Valeria Straneo vince con record italiano. La piemontese già campionessa dei 10 Km su strada, è giunta a grandi livelli grazie ad una operazione di asportazione della milza, dovuta ad una malattia ereditaria che le provocava gravi problemi di salute. Tutto ciò ha sollevato qualche polemica, che è difficile dividere dall’invidia. Per quanto riguarda le olimpiadi, la Straneo al momento è fuori di poco. Ha il quarto tempo su tre posti disponibili. Il 15 aprile a Rotterdam proverà a migliorarsi. L’obiettivo sarà solo il cronometro.
A livello internazionalela storia più bella arriva da Tokyo, per due motivi. La maratona torna dopo terremoto, tsunami ed emergenza nucleare, per far sperare ad un pronto ritorno alla normalità. In molti l’anno paragonata alla maratona di New York post 11/9. Il secondo motivo che ha reso la gara memorabile è stato il tentativo di Gebrselassie di prendersi il biglietto per Londra, visto che a Dubai ben 7 suoi connazionali hanno fatto 2h06′. Gebre ci ha provato, andando via da solo, per poi mollare negli ultimi 4 Km, complice anche un percorso movimentato. Finisce con un 2h08′ e tanta ammirazione per il campione che non vuole mollare. La federazione etiope, considerando il percorso duro di Tokyo e la storia sportiva che ha scritto nei decenni passati per la sua nazione, potrebbe concedergli un lasciapassare per i giochi senza scandalizzare nessuno.