Ci siamo. Da un paio di settimane, come sempre prima di ogni maratona, penso alla gestioine della gara. Osare o non osare? O la va o la spacca, oppure prudenza? Il cuore direbbe di provarci, la testa di essere prudenti. Per la verità le soddisfazioni maggiori sono sempre arrivate quando ho gestito la prestazione, ma Treviso è una maratona che invita all’arditezza, grazie anche alla partenza in discesa.
Pioverà, ma questo sarà un problema solo per il riscaldamento. Vorrei mantenere un passo tra 4’10” e 4’15″/Km, sempre e comunque. Un passo più veloce potrà essere giustificato solo con una frequenza cardiaca molto bassa, e comunque da Conegliano in poi, quando non c’è più discesa. Solo dopo il 35esimo, se ne avrò, potrò pensare eventualmente ad accelerare.
Per la prima volta potrei pensare di seguire i pacers delle 3 ore. Ma tutto dipende da un sacco di cose. L’affollamento o un passo inadeguato sono elementi che me lo farebbero lasciare. Se, però, c’è vento e poca possibilità di stare coperto, il gruppetto potrebbe aiutarmi.
Avrò anche lo stimolo di compagni di squadra abbastanza in forma. Potenzialmente siamo in 3 ad ambire a scendere sotto le 3h10′. Un quarto ha quel tempo ma interpreterà la gara come un lungo (a meno che non voglia nascondersi …).