Valeria Straneo continua ad essere la bandiera della corsa su lunghe distanze per quanto riguarda l’italia. L’unica Europea che può contrastare il dominio africano. Eppure se ne accorgono in pochi in italia, mentre all’estero è coccolata e richiesta da tutti. A Nnew York ormai è di casa. Il NYRR club se la coccola e la fa partecipare a tutte le maniferstazioni che organizza. D’altra parte la sua storia non può che stuzzicare il mito Usa di chi raggiunge il successo dopo una gavetta lunghissima, esclusivamente per meriti propri.
A Lisbona Valeria ha provato l’ebbrezza del gradino più alto in una mezza maratona di livello internazionale. Ha battuto la Dado, che tornerà a New York per difendere il titolo conquistato l’anno scorso. E’ il segnale che Valeria può giocarsi la vittoria. Sarebbe la prima così importante, sarebbe senz’altro meritata. Ci ha abituati a sorprese, però è difficile non pensare che, vista l’età, non abbia ancora più di 3-4 maratone al massimo livello pria di chiudere la carriera.
A proposito di carriere in chiusura. A New York torna Martin Lel, a 35 anni, che un decennio fa era costantemente su tempi ottimi. 12 maratone, 11 podi e un PB di 2h5’15” che nel 2008 era un tempo stratosferico. Da troppi mesi non termina una maratona importante. L’impressione è che non possa competere con gli atleti di nuova generazione.
Tra questi Tsegaye Kebede, il più continuo tra gli etiopi, che potrebbero (per caratteristiche fisiche) rivaleggiare alla pari con i keniani, ma son troppo discontinui nei rendimenti. Kebede contenderà la vittoria al recordmand della corsa Geoffrey Mutai, ancora favorito, al campione olimpico Stephen Kiprotic e alla speranza amaricano Wesley Korir.
A proposito di americani. Ci sarà ancora Meb Keflezighi, atleta che non si può non ammirare.
via IAAF