Da domenica ho un altro bel ricordo da aggiungere a quelli che mi legano alla città di Vittorio Veneto. Mi ha tenuto a battesimo alla partenza della mia prima maratona e dopo quell’occasione per altre 8 volte ho iniziato una maratona da lì. Domenica invece da Vittorio Veneto sono partito e ci sono anche arrivato.
Era la mia prima Maratonina della Vittoria, una mezza marato na paesaggisticamente molto bella ma tecnicamente difficile da interpretare. Prima metà in leggera discesa, ma con diversi cambi di pendenza. Nella seconda metà si Risale il Meschio in una pista ciclabile nel verde, si percorre anche qualche stratto sterrato. L’arrivo é sulla pista di atletica da cui si accede per un breve tratto di prato.
Sono partito un po’ indietro nel gruppo ma con una bella accelerazione ho raggiunto un terzetto appena dietro ai tre che si giocavano la vittoria: Bomussa, Boudalia e Bernardi. Il terzetto che cercavo di seguire andava troppo forte. Speravo che rallentassero, ma dopo il primo km a 3’17” (in discesa) ho preferito staccarmi. Dietro non vedevo nessun gruppetto, mi stavo rassegnando a fare corsa solitaria, quando al km 2 mi raggiunge Igor Patatti, dell’Atletica Trieste (un altro atleta della categoria Assoluti). Mi metto in scia per un km. Anche questo atleta, però, ha un ritmo troppo elevato e io non voglio scoppiare. C’è un titolo Bancari/Assicurativi in palio e sono comunque tra i primi 10. Al crono e al personale penserò in un’altra occasione. In realtà pensavo di tenere il passo di 3’30″/km senza forzare per la prima metà (considerando che era in discesa). Però faccio troppa fatica e non sono neanche velocissimo.
Al km 5 mi raggiunge un altro ragazzo. Stavolta mi metto in scia e teniamo un buon ritmo. Ci sono diversi saliscendi, il ragazzo tiene un buon ritmo. Solo verso il km 10 accelera bruscamente. Poco dopo capisco il motivo. Fa la staffetta e spara tutto nel finale. Il suo compagno di squadra parte 20 metri avanti a me. Nella boa di metà gara ho la possibilità di vedere il gruppetto che mi segue. Ho un vantaggio di 46 secondi. Qualche volto affaticato non mi preoccupa, qualche altro invece, si.
Per tutto il tratto in discesa lo staffettista resta 50 metri avanti. La stanchezza comincia a farsi sentire e il percorso si fa sempre più duro. Salita sterrato e un vento contrario fino a 10 Km/h. Rallento, ma vedo che lo staffettista davanti a me é sempre più vicino. Anche lui non se la passa bene. Gli arrivo molto vicino ma non riuscirò mai a raggiungerlo. Al km 16 ho anche una fitta ai muscoli intercostali (o il fegato? boh …). Non é la prima volta, so che passa, ma é un segno che non sto benissimo. Poco prima dell’ingeresso nel campo sportivo un tratto di sterrato ghiaioso, un ponte scivoloso e il pezzo di prato non battuto con tornantino. Mille difficoltà che mettono in crisi chi é alla frutta come me, e avvantaggiano chi é in rimonta. Sento di essere braccato. Quando entro in pista so di avere ancora qualche metro ma non mi giro. Non son in grado di fare volate, cerco di tenere alto il ritmo e spero che dietro siano pochi e di categorie diverse dalla mia. Penso che se mi passano in due posso ancora essere decimo. All’ultima curva sono ancora davanti, ma immagino che stia aspettando il rettilineo per fare meno strada. Mi passa un ventenne (categorie promesse), non sono in grado di rispondere, non sento nessuno dietro. Allungo un po’ il passo controllando. Chiudo in 1h17’22”. Dieci secondi dietro di me arrivano gli altri 3 del gruppetto.
In settimana speravo di fare un risultato cronometrico migliore, ma domenica non girava tutto alla perfezione. Non credo sia solo colpa della partenza lampo. Non mi sentivo in formissima. Forse ho fatto troppi km in settimana (70 in 5 giorni), pochissimo riscaldamento e ho esagerato con la pizza sabato sera. In ogni caso ho portato a casa il mio migliore piazzamento. Nono assoluto (a premio i primi 7), primo di categoria Master SM35 e primo nel campionato Bancari e Assicurativi. Non potevo chiedere di meglio per la classifica.
E’ stata una gran bella giornata, anche grazie al gruppo dei compagni di squadra e alla mia famiglia, che era presente al completo perchè anche mia figlia più grande partecipava ai giochi nella palestra a fianco per la categoria “Cuccioli”.