E’ faticoso allenarsi col caldo. Quando corro a ritmo veloce mi sento bruciare le tempie. Quando corro piano é una sofferenza muscolare. Vorrei fermarmi subito.
Sono rari gli atleti che corrono con buon rendimento ad alte temperature. Sono coloro che hanno un’ottima efficenza nello smaltire il calore prodotto dal corpo. Non é questa una abilità di cui posso farmi vanto. Non credo di avere un patrimonio genetico “mediterraneo” e nonostante abbia passato gran parte della mia gioventù all’aria aperta sotto al sole, soffro sempre le temperature elevate.
Per diversi anni i miei obiettivi agonistici non si spingevano oltre aprile o al massimo i primi di maggio. Così facendo passavo 3-4 mesi corricchiando senza stimoli. Era molto dura riprendere a far sul serio coi primi freschi di agosto.
Poi sono nate le 10 km serali di fine giugno. Corrimestre prima e Corritreviso poi. Un obiettivo stimolante per mantenere una buona condizione fino all’estate, allenando distanze cui di solito non mi dedico. Tuttavia non ho mai preparato in modo specifico queste distanza e questi eventi, giustificandomi col fatto che era difficile prepararli bene, avendo a disposizione per allenarmi solo l’ora di pranzo.
Dall’anno scorso mi sono proposto di approcciare l’impegno con mentalità diversa. Ho cercato di diventare amico del caldo. Mi son proposto di fare il possibile per migliorare quello che poso migliorare, trascurando quello che non é sotto il mi controllo. La temperatura é fattore che non posso controllare. Il mio adattamento alla temperatura in parte si, mangiando frutta e verdura, bevendo molto, integrando con sali, ecc. Il giorno della gara, poi, potrebbe esserci afa, diluviare, vento forte. E non ci sono scuse o possibilità di rimandarla.
Tutto ciò che non posso controllare non deve diventare una scusa. Non devo nemmeno pensare, per esempio “Oggi fa troppo caldo, farò le ripetute 10″ più lente del previsto”. Altrimenti diventerà una giustificazione che mi farà andare davvero 10″ più lento del previsto, perchè tanto fa caldo, inutile neanche provarci …
L’importante é non partire con l’alibi in tasca.