E’ passata una settimana difficile. La festività del 2 giugno ha condizionato solo in parte il programma, il caldo giunto mercoledì, invece, é stato molto significativo. Non sono riuscito a fare i km di ritmo specifico previsti, in compenso ho percorso quasi 25 km di supporto aerobico (ritmo medio), si con corsa continua (lunedì), sia con corsa intervallata in pista (giovedì).
Questo il dettaglio della settimana:
Lunedì: sfrutto il mattino libero da impegni per affrontare una dura giornata di allenamenti che dovrà supplire al fatto che domani non potrò allenarmi. Al mattino affronto l’ultimo allenamento sul cavalcavia. Ho ridotto le ripetute a 16. La velocità é leggermente calata rispetto a 15 giorni fa (forse perchè é lunedì, forse sono appesantito, …). Ora bisognerà trasformare la forza in velocità. Riassumendo, 15×200 m in salita a 3’03″/Km e dopo un paio di minuti di recupero di corsetta ho fatto 6 Km al passo medio (3’51″/Km). A Pranzo , dopo un breve riscaldamento ho fatto 10 km di medio (3’48″/Km) in strada.
Mercoledì: nessun allenamento il 2 giugno, solo dei giochi con bambini e genitori per la festa dell’atletica della squadra di mia figlia. Molto divertente anche il clima ci ha fatto sudare parecchio. Mercoledì esco per un lento seguito da un breve richiamo anaerobico: 4×400, eseguito alla media di 3’17″/Km. Tanto caldo e tanta fatica. Torno dalla pista correndo molto lentamente e sono vicino a fermarmi per camminare. Perdo un pèo’ di fiducia per l’allenamento che dovrò fare il giorno successivo, però dopo una doccia fredda e riprendo coraggio.
Giovedì: giornata infernale. 32.6 °C di temperatura media durante l’ora di allenamento, 40% di umidità e vento quasi inesistente. Le condizioni non permettono di svolgere un lavoro “allenante”, ma volevo comunque portare a casa un buon allenamento. Quando salto gli allenamenti importanti corro sempre il richio di perdere concentrazione e poi giustificarmi se evito anche gli allenamenti successivi. Delle 5 ripetute da 2 Km ne ho fatte solo 3, com media di 3’46″/Km. Solo nell’ultima parte della terza prova mi sono impegnato a fondo, prima ero soprattutto preoccupato di non rischiare di interrompere anzitempo l’allenamento. Ho infine percorso i 3 km dalla pista allo spogliatoio con un passo medio attorno a 4’10″/Km, tutt’altro rispetto a ieri, quando facevo fatica a tornare a casa. Prima ho detto che questo lavoro rischia di non essere allenante. E’ vero solo in parte. Non allena la capacita dei muscoli a tenere il ritmo gara, visto che ne sono stato abbastanza lontano. Tuttavia ho creato una forte sollecitazione al meccanismo di smaltimento del calore. Spero che questo stimolo produca un qualche adattamento. Se così non fosse, almeno mi ha permesso di prendere confidenza con questo tipo di disagio. Se la mia gara si svolgerà in un clima caldo afoso ne avrò sicuramente bisogno.
Da questa esperienza ricavo due osservazioni.
La prima é che l’atteggiamento mentale nei confronti di una aversità condiziona il risultato. Non voglio dire che si può far finta di niente, negando l’evidenza e convincersi che sia tutto perfetto. Quello che intendo é che un comportamento “succube” nei confronti dell’avversità porta a tenere un atteggiamento (più o meno consapevole) di attesa nei confronti dei disagi tanto temuti. Una volta percepiti, in qualche modo vengono amplificati per il fatto che li si stava aspettando. Infine, il fatto di vedere avverarsi i disagi temuti, da maggiore consistenza ai presagi delle peggiori sofferenze che ci siamo prefigurati. Cosa fare, dunque, quando si teme di non riuscire a fare un allenamento per il caldo, il freddo, la pioggia, la stanchezza, un raffreddore? Io sto provando a rendermi consapevole della difficoltà provare ad approcciare l’allenamento con cautela e progressione, evitando il più possibile i pensieri di disfatta.
Seconda osservazione, molto meno “concettuale” e molto più empirica (qui mi trovo più a mio agio). Raffreddare le gambe prima di andare a dormire con dell’acqua fredda mi permette di riposare meglio. D’estate una mia grossa difficoltà é fronteggiare il senso di stanchezza e la pesantezza delle game fin dalla sveglia. Ieri sera ho bagnato lem gambe con una doccia fredda per dieci minuti e questa mattina avevo le gambe molto più reattive e riposate di ieri, nonostante fossi reduce da un giorno di allenamento difficile, mentre ieri ero reduce da un giorno di riposo.
Da un certo punto di vista ‘conforta’ che anche il guru senta il disagio del caldo e degli allenamenti intensi, ci fa sentire meno fragili 🙂 Grande Abramo sei una macchina da guerra!! 🙂