E’ stata una settimana controvento non solo per questioni atmosferiche. Domenica sono stato a digiuno per quasi tutto il giorno. Avevo tosse e mal di gola e me lo sono portato dietro tutta la settimana con alti e bassi. In più é cominciato il caldo, non ancora afoso, ma la prima “botta” é sempre pesante.
Questa settimana sono riuscito a fare il minimo indispensabile. Ho percorso qualch km in meno rispetto alla settimana scorsa ma ho aumentato i km a ritmo specifico e i due supporti aerobici e anaerobici. Spero di stare bene la prossima settimana. Sarà veramente decisiva. L’ultimo carico.
Lunedì: prima vera botta di caldo e afa. Anche se la temperatura non é elevatissima (21°C e 62% di umidità) mi manca l’aria. E’ il primo vero impatto con il caldo. Per me é motivo di soddisfazione portare a casa tutti i 15 Km di corsa media (passo medio 3’53″/Km). Già dai primi minuti pensavo che avrei dovuto mollare prima dei 10 km. Non ho fatto una progressione perchè non ne ero proprio in grado, ho cercato di mantenere con fatica una velocità “decente”. Non é stato un allenamento introduttivo alla nuova settimana, ma un vero e proprio allenamento pesante. Questo non potrà non avere conseguenze per i prossimi giorni.
Martedì: per fortuna oggi c’è qualche grado in meno ma soprattutto si respira! In compenso c’è un vento micidiale, fino a 15 km/h. Sento la stanchezza, ma mi sento discretamente bene. Faccio 4 ripetute da 3 Km (passo medio 3’35″/Km). Dovevano essere 5, ma dopo 800 metri della quinta, in cui ero già partito stanco, ho letteralmente sbattuto contro un muro di vento. Ho tenuto per qualche secondo il passo dei 4’/Km al massimo sforzo, poi vedendo davanti a me un lungo rettilineo mi sono scoraggiato e ho mollato. Va bene così, meglio non strafare, anche se penso ad un piccolo recupero, per avere i 3-5 Km a ritmo specifico che mancano in questa settimana.
Un vecchio detto del Far West diceva che non puoi andare al pozzo due volte di seguito. Si riferisce al fatto che nelle zone aride, dopo aver prelevato l’acqua dal pozzo, c’è bisogno di tempo perchè si riempia di nuovo. Lo stesso vale per chi fa sport. Non é possibile pretendere il massimo da se stessi ogni giorno. E’ necessario recuperare dalla stanchezza fisica e soprattutto dalla stanchezza mentale. Era da molto tempo che non mi capitava di dover mollare all’ultima ripetuta. E’ una decisione che si prende in 5 secondi e poi non si può più ritrattare. Probabilmente ieri ho svuotato tutta le mia motivazione per portare a termine l’allenamento e oggi di fronte ad una forte difficoltà il diavoletto che mi suggeriva di rallentare ha trovato un orecchio attento.
Mercoledì: sono molto stanco. Mi sento anche debole e penso di avere qualche linea di febbre. Inizio l’allenamento con esercizi: skip in salita, calciata dietro, affondi frontali, calciata avanti e balzi a gambe tese in discesa. 10 minuti in tutto. Subito dopo corro 8 km lenti (4’22″/Km di media, 142 bpm medi), poco più della metà su sterrato erboso o compatto. Seduta piacevole nonostante il malessere.
Giovedì: anche oggi non é una giornata facile. Mi sento un po’ più riposato grazie ai pochi e lenti km di ieri, però già dai primi allunghi sento di non essere al massimo. Vado in pista per l’8×800 in 2’40” (3’20″/Km), che eseguo come da programma. Con la tosse non é il massimo correre a petto nudo, ma oggi mi manca il fiato e fa caldo. Per fortuna ho un po’ di compagnia in pista, é sempre di stimolo e permette di distrarmi. Al ritorno faccio 4 Km di medio ad una ottima andatura (3’44″/Km) mi sento bene nonostante la stanchezza. Ho difficoltà nelle andature veloci, ma tengo bene il ritmo.
Le ripetute sono state abbastanza regolari, le prime quattro leggermente più veloci, le seconde quattro leggermente più lente. Vado a spulciare qualche dato per curiosità. La cadenza é sempre stata vicina a 93 ppm +/- 0.5%. La lunghezza del passo 1.61 m +/- 0.8%. In percentuale, quindi, c’era più variabilità sul passo che sulla frequenza, che ho sempre molto (troppo?) costante.
Diverso é il caso del tempo di contatto al suolo. All’interno della stessa ripetuta rimane pressochè costante alla prima, terza e sesta ripetuta. Quand’è che ho fatto una recupero più lungo, fermandomi una decina di secondi con la testa sotto la fontana? Esattamente prima del terzo e del sesto, ovvio 🙂
Nel grafico di seguito ho evidenziato con una retta la tendenza dei tempi di contatto. Nei 4 Km di medio finali si nota che il tempo di contatto é rimasto costate per 2 Km, poi nel tratto sterrato é aumentato, ed infine nelle curve finali perde un po’ di affidabilità.
Per quanto riguarda la frequenza cardiaca, l’allenamento mi sembra ben dosato.
Sono bastati 10-20″ di sosta in più in fase di recupero per fare in modo da non mettere in crisi la risposta elastica del piede e mantenerlo in grado di gestire un tempo di contatto al suolo minimo (per le mie capacità) per tutta la durata della ripetuta. Per lo scopo di questo esercizio era opportuno uno stimolo anche sotto questo punto di vista, quindi sarebbe stato meglio non permettere a piede e caviglia di riposare troppo. Però, francamente, era troppo caldo!
Venerdì: pessima giornata. Volevo fare 5 km in pista per recuperare i km a ritmo specifico perso martedì. Se fossi stato bene volevo completare l’allenamento con corsa media. Nonostante mi sentissi discretamente bene, appena comincio a correre mi sento debole. Interrompo l’allenamento dopo 8 giri. Dopo un centinaio di metri del medio che volevo fare in seguito desisto …. é una sofferenza troppo grande per un allenamento che non doveva essere impegnativo. Devo riposare e guarire completamente da questo malessere.