Settimana decisamente importante che mi da fiducia e che ricorderò a lungo. Sono fortunato ad avere il tempo, la possibilità e un ambiente in cui poter correre in questo modo. Faccio due allenamenti molto lunghi e molto importanti. Il primo sembrerà togliermi fiducia, il secondo me ne darà molta.
Dal grafico di questa settimana si vede come la corsa lenta (blu) si sia ridotta a metà circa dell’intero carico settimanale, il cui totale resta elevato.
Ecco i dettagli:
Lunedì: a causa di un groviglio di appuntamenti mancati e spostati, ripianifico la settimana e capisco solo in mattinata che dovrò fare le ripetute lunghe in programma questa settimana. Vorrei fare un 5x5Km a ritmo gara. Tutto sembra procedere bene, ma il caldo si fa sentire. Ci sono 25 °C, all’ombra si sta bene, ma correndo non si può non surriscaldarsi. Dopo le prime due ripetute a buon ritmo (3’48″/Km) faccio una breve sosta ad una fontana. Pochi secondi senza fermare il cronometro. Riprendo per altre due ripetute, ma alla metà della quarta cedo. E’ durissima cercare di arrivare alla fine. Mi fermo alla fontana e resto li 10 minuti circa. Bevo un sacco e mi bagno il più possibile. Riprendo con la pancia piena e un po’ sfiduciato. Non riesco a tornare al ritmo gara, ma almeno cerco di fare un’altra ripetuta a ritmo medio. Finita questa parto per l’ultima. Decido di farne sei. Alla fine faccio le prime 3 al ritmo di 3’47″/Km, le seconde tre a 4’/Km. Il confronto con i tempi dello scorso anno é impietoso e potrebbe scoraggiarmi. Però il clima é totalmente diverso. Oltre alla temperatura al momento dell’allenamento conta anche la temperatura media degli ultimi giorni, che non permette molto recupero. Per la cornaca, 6x5Km al passo medio di 3’53″/Km, recupero di 500 m lenti. L’unica consolazione é tornare a casa con 35 km, ad un passo medio di 4’/Km (e pausa di 10′ ….).
Martedì: faccio un lento di 14 Km in pausa pranzo. Sono stanco e fa caldo. Mi sento discretamente bene.
Mercoledì: é il giorno del lungo. Il programma prevede un antipasto di 20 km lenti seguito da un medio di circa 15-20 km. Mi accorgo prima di partire che la fascia cardio non funziona, probabilmente é la batteria, ma non ho con me il piccolo cacciavite necessario alla sostituzione. Metto lo stesso la fascia, sperando che per magia prenda vita e tanto per non disabituarmi alla sua presenza. Comincia ad albeggiare quando parto, subito dopo aver fatto la rutine di riscaldamento pre-gara. I primi km sono molto lenti, ho le gambe imballate e devo subito affrontare l’altissimo ponte pedonale sul Sile e un tratto di ghiaia. Quasi tutto il percorso che farò serpeggia lungo un argine molto tortuoso del fiume Sile, quasi completamente sterrato. Zero auto, rare persone e qualche cagnolino al guinzaglio. Al km 8 arrivo in centro a Musestre, dove so che c’è una fontana pubblica. Mi fermo pochi secondi a bere, mentre alcuni ragazzi pedalano verso scuola senza fretta. Mi piace vedere la gente che comincia la giornata. In particolare i ragazzi che non hanno ancora la frenesia di chi ha poco tempo per andare a lavorare. Si aspettano fuori del cancello, parlano a voce alta scherzano e si prendono in giro.
Il sole sembra nascondersi tra le nubi basse all’orizzonte. Spero di poter contare in qualche minuto in più senza il suo calore. Per ora si sta bene, non é troppo caldo. In questa fase il km più veloce é il 17esimo, guarda caso, l’unico su asfalto. Al km 18 sono già in laguna. E’ ora di colazione. Prendo un gel e me lo spremo in bocca. Ci vorrebbe un po’ di acqua, ma dovrò aspettare ancora circa 45 minuti prima di trovare una fontana.
Arrivato al km 19 faccio ancora un centinaio di metri guardando il mare di fronte a me, prima di girarmi per tornare indietro. Attendo il segnale del km 20, dopo di che accelero. Comincia il medio. I primi km sono sempre i più difficili, il cambio di velocità quando si é stanchi é molto faticoso. Il ritmo, comunque é discreto già da subito, considerando il terreno poco favorevole. Al Km 30 mangio un altro gel. Faccio 10 ottimi km alla media di 4’01″/Km. Poi ancora a Musestre mi fermo alla fontana e perdo circa 30″. Sono molto assetato. Riparto con un po’ di difficoltà ma riprendo dopo un km il solito ritmo, fino al km 37, quando, nella seconda parte, arrivo nel rettilineo ghiaioso e mi areno un pochino. Perdo motivazione e decido di mollare. Manca solo un km per arrivare all’auto che avevo lasciato quasi tre ore prima.
Ci arrivo che i km sono 38, raccolgo una bottiglietta di acqua che avevo lasciato fuori e decido di proseguire lentamente per arrivare a 42 km. Così per sfizio. Mi accorgerò nel pomeriggio che erano esattamente 5 anni che non correvo per 3 ore di fila. Mi siedo a terra, ho il tempo di godermi questo momento e questa stanchezza, senza dolori particolari. Ho una sete bestiale, ormai il sole ha innalzato parecchio la temperatura. A partire dalla serata comincerà la fase di recupero, con brividi e gambe bollenti. Ho un fastidiosissimo problema all’alluce destro, una infiammazione all’unghia che appena smetto di correre mi da molto fastidio. Forse per questo e forse per altri motivi soffro anche di metatarsalgia allo stesso piede. Per fortuna oggi non si é fatto sentire il ginocchio sinistro. Ormai da un paio di settimane ho qualche problemino alla rotula quando estendo la gamba camminando. Insomma, non mi manca noiente. In questi mesi ho accumulato un gran carico. Sono consapevole di essere abbastanza al limite dell’infortunio, ma adesso basta rischiare.
Peccato non poter contare sulla frequenza cardiaca per analizzare questo allenamento. Concludendo, finisco la giornata in cui faccio per la prima volta una maratona in allenamento con 42 km percorsi a 4’19″/Km di media, di cui 16 a 4’04″/Km.
Giovedì: sono molto molto stanco. Fatico a camminare per la metatarsalgia al piede destro. Al mattino faccio 12 km molto faticosi a 4’59″/Km. In pausa pranzo esco per fare un po’ di stretching. Mi tolgo le scarpe per camminare sull’erba e massaggiarmi il piede. Alla sera faccio circa 10 minuti di massaggio al peide con una pallina da tennis e altri oggetti per sciogliere la muscolatura dell’arco plantare. Sarà un vero toccasana.
Venerdì: oggi godo dei benefici del fatto di essere uscito ieri nonostante mi facese maledappertutto e fossi estremamente lento. Ho recuperato più in fretta che se fossi rimasto a riposo. Così oggi ho fatto quello che mi suggeriva il programma: 18 km di medio al passo di 3’58″/Km. Gli ultimi 5 a ritmo gara in cui ho cercato di incrementare la frequenza del passo (179 ppm medi) più che la forza. Facendo un confronto con il medio corso durante il lungo, oggi ho tenuto una cadenza più bassa per la stessa velocità. Questo penso che dipenda essenzialmente dal tipo di terreno. Se fosse così sembra che l’asfalto faccia guadagnare poco meno di un passo al minuto.
Dovevano essere 20 km da programma. ma non volevo fare tardi al lavoro. Sono molto soddisfatto anche per la tenuta della frequenza cardiaca.