Ogni volta mi sorprendo di come si passi velocemente dalla prospettiva di una maratona lontanissima a trovarsi praticamente a ridosso della gara.
Per questa Trevisomarathon ho caricato più del solito. Per il secondo inverno consecutivo non ho patito influenze o raffreddori tali da impedirmi di correre. Non ho sofferto di infortuni. Anzi il dolore cronico al gluteo sinistro sembra si sia attenuato sensibilmente.
Non avendo fatto gare tra novembre e dicembre non ho avuto la necessità di un periodo di riposo e scarico e così ho dato molta continuità agli allenamenti. Sono stati molto importanti i 3 lunghi lenti collinari da 32, 40 e 40 Km e dislivelli tra 500 e 800 metri. E’ la prima volta che metto disclivelli importanti in preparazione.
Quando mancano 2 settimane alla maratona mi ritrovo alle spalle 1312 Km in 12 settimane. Escludendo due settimane da 125 km, sono sempre rimasto tra i 100 e i 115 Km, senza picchi di volume. E’ andato tutto molto bene, tranne che per due punti che avevo in programma ma non sono riuscito a portare a termine. All’inizio di febbraio (settimana -5) avevo in programma una mezza maratona al passo di 3’35″/Km (tempi da personale). Non avevo disponibilità di farlo durante le gare non competitive di domenica e durante la settimana non avevo la gamba buona. Avrei avuto bisogno di qualche giorno di riposo e recupero in più. Avendo spostato questo allenamento, ho spostato anche un 6x5Km a ritmo di supporto diretto aerobico. E’ stato un allenamento ottimo, quello che mi ha dato più fiducia in tutta la preparazione, però si é trovato troppo a ridosso dei 30 Km a ritmo gara che avevo in programma questo giovedì. Così é capitato che dopo 20 Km corsi a ritmo buono ma con tanta fatica sono crollato sempre di più fino a trovarmi praticamente sui gomiti.
Nel grafico qui sopra ho scomposto i km fatti settimanalmente nelle 7 categorie che avevo descritto qui. Quello che si nota di più é il volume della corsa lenta in continuo calo e la corsa a ritmo gara assente fino al km -7 e poi con un grosgo picco. L’allenamento anaerobico é stato sviluppato nella prima metà della preparazione e poi praticamente quasi trascurato.
Dal grafico del carico dell’allenamento qui sopra si conferma quanto già so, e cioè che il carico di lavoro é maggiore delle altre maratone. Quelle che sorprende un po’, però é che il bilancio dello stress non ha raggiunto picchi profondi come nelle altre occasioni. Ora, a due settimane dalla gara, mi ritrovo già con un bilancio a quota 0, mentre spesso ci arrivavo in gara. Segno che il carico é stato elevato ma molto progressivo e più facilmente “assimilabile” dal fisico.
Affronto queste ultime due settimane di scarico in modo molto diverso dalla scorsa Venicemarathon. Ad ottobre sapevo di non essere risucito a fare quanto era necessario. Ora so che ho fatto tutto quello volevo fare, con esiti anche un po’ oltre le aspettative.
Il pericolo maggiore in questo momento mi sembra sia quello di voler strafare.