Ci siamo! Finalmente la mia 27esima maratona e 14esima Trevisomarathon é alle porte. Non vedo l’ora. Come nelle altre vigilie, negli ultimi allenamenti affiorano mille preoccupazioni: un doloretto alla gamba, il fiatone che non cala, la frequenza cardiaca troppo alta o troppo bassa … ormai ho l’esperienza per convincermi che non é questo che mi fa capire se sto bene o no. Sono sereno, mi sento pieno di energia e sicuro di me. Credo che la mia condizione sia buona almeno quanto l’anno scorso. Ciò non significa di avere già il tempo in tasca. Lo insegna proprio l’esperienza del 2016.
Questo é il confronto tra i grafici del carico di allenamento suddiviso in zone di velocità dell’anno scorso (5 zone) e l’attuale (7 zone). In totale quest’anno ho fatto 1315 km in 15 settimane contro i 1253 del 2016.
Il grafico di seguito mostra l’andamento del carico di allenamento. La spiegazione (lunga) la si trova cercandola con google. In sostanza l’idea é che ogni allenamento produce un effetto benefico sulla forma fisica che tende a calare esponenzialmente (approssimazione) con un certo coefficente di vita media e un effetto negativo (stanchezza) che cala con un altro coefficente (vita media più breve). Dopo un allenamento, inizialmente sarò più stanco, poi la stanchezza tenderà a calare velocemente e mi sentirò più in forma. Il senso di forma (se non mi alleno ancora) tenderà a calare anche lui.
La cosa veramente molto sorprendente é che il venerdì prima della gara ho lo stesso identico valore di bilancio tra stress e forma fisica di venerdì 4 marzo: +22. Cambio programma, metodologie, andamento dei grafici, pure il garmin e la fascia cardiaca e alla fine mi trovo con lo stesso valore … 😀
Ho passato bene questa settimana. Soffrivo un po’ di “letargia muscolare” nei primi giorni, dovuta allo scarico. Un gran senso di fatica e difficoltà ad aumentare il ritmo. Dopo le ripetute di mercoledì (8x1000m al passo medio di 3’40″/Km) mi sono un po’ sciolto. Ho corso solo 55 Km, nonostante i 7 allenamenti. Ben tre di questi sono stati complemtamente dedicati alla routine di riscaldamento pregara e ad esercizi di pliometria. Venerdì dopo 10 km lenti ho rifatto tutta la routine del pregara e ho sentito movimenti sicuri e sciolti.
Il percorso prevede una leggera discesa nella prima metà e leggera salita nella seconda. Il mio passo verrà deciso come sempre dalle gambe il giorno stesso. Non forzo mai il ritmo. Cerco subito la mia “comfort zone” che é difficile predire. Un passo medio di pochi secondi sotto i 3’50″/Km sarebbe molto soddisfacente. Andrebbero benissimo i primi 30 km dello scorso anno. Vista l’altimetria é difficile cercare il negative split. 2 minuti di differenza tra la prima metà gara e la seconda sono giustificabili dalla pendenza. Tuttavia non devo pensare di forzare la parte in discesa per avvantaggiarmi.