Dopo la maratona di Venezia ho trascorso un breve periodo di riposo. Avrei voluto finalizzare quella preparazione con una gara di media distanza ma non c’è stata l’occasione. Trovandomi senza obiettivi ho corso sempre privo di programmazione seguendo l’istinto di giornata. Qualche volta ho sperimentato qualche allenamento che potrebbe tornare utile in futuro.
A proposito di esperimenti, domenica mi sono cimentato in un cross a Dolo. E’ stata una esperienza molto divertente, sia per il percorso e il tipo di gara, sia per il gruppone di compagni di squadra. Il percorso consiste in 5 giri di un circuito di 1 km crica, con un solo rettiliteo di 200 metri. Più che rettilineo é una ampia curva, simile alla partenza del GP di Montecarlo, per capirsi. Per il resto, 8 curve a gomito e 5 un po’ più ampie. Il punto più bello sia per chi corre che per chi guarda era la “variante del laghetto”: una ripida discesa immette in un laghetto al momento quasi prosciugato ma pieno di fango, due metri sotto il livello del terreno. Da qui si risale per una rampa ancora più ripida. Non ho le chiodate ma con questo percorso sono pochi i punti in cui mi darebbero un beneficio.
La giornata é perfetta: freddo e sole senza vento. Questo tipo di gare danno l’occasione di tifare gli amici che gareggiano nelle altre categorie, fanno salire l’adrenalina e danno una gran carica. Tanto che i miei propositi di correre all’80% vanno subito a farsi benedire e sento già di avere voglia di tirare. Perchè non volevo correre al massimo? Perchè pochi giorni fa mia hanno comunicato che sarà martedì 5 il giorno in cui finalmente farò l’intervento per la chiusura del forame ovale. Solo due giorni in ospedale, Natale e capodanno a riposo e da gennaio ricomincerò piano piano a correre.
Alla partenza mi schiero in fondo al gruppo. Voglio evitare spintoni e cadute. Tra una chiacchera e l’altra non mi accorgo neanche del via. Partono tutti a razzo (90 partecipanti) e all’inizio riesco a rimontare, poi un po’ alla volta sfilo qualcuno. Il percorso é divertente, le numerose curve danno la possibilità di mettere in pratica strategie nei sorpassi e nella tecnica per affrontarle che nelle gare più lunghe non esistono proprio. In gara tengo i miei riferimenti con atleti che conosco essere del mio livello e in base a questo mi ritengo contento anche della mia prestazione. Non posso giudicare la prestazione su altri riferimenti riferimenti obiettivi. La mia impressione é di uno sforzo quasi massimale. Difficilmente avrei potuto fare meglio. Ero in difficoltà col fiato, le gambe stavano bene, sia prima che dopo.
Queste gare veloci hanno bisogno di una preparazione dedicata, non sono adattassime a me. Però sono un ottimo allenamento, oltre che divertenti. Meritano un pensierino per il prossimo inverno. Per quest’anno la mia stagione di corse finisce qui, in un modo tanto bello quanto inaspettato.
Per la cronaca sono arrivato 32esimo della batteria. Davanti a me una ventina di ragazzi con meno di 20 anni. Non ero abituato a vedere tanta gente giovane davanti a me. In queste gare corte e veloci hanno una marcia in più.