Dal 2 gennaio ho ricominciato a correre. Le prime due settimana ho percorso circa 110 Km lenti con 2 bigiornalieri ma sempre con sessioni da meno di un’ora. Ho movimentato un allenamento a settimana con 32 passaggi su una piccola collinetta (un circuito da 400 metri scarsi), poi diventata un appuntamento settimanale.
Se nelle prime uscite la difficoltà e la stanchezza non mi preoccupavano, a metà gennaio cominciavo a demoralizzarmi. Non vedevo miglioramenti e mi sentivo sempre più gonfio e stanco, con bruciori allo stomaco. Sospettavo che la colpa fosse del farmaco che devo assumere da quando mi sono operato e in parte é vero. Però alla terza settimana mi scoppia l’influenza intestinale (che aveva già fatto vittime in famiglia). Riuscirò a correre solo il giovedì. Negli altri giorni ho riposato molto e ho eseguito un sacco di esercizi “core”. Anche per tre volte al giorno. Gli effetti sono stati ben evidenti. Mi sento molto più solido e saldo sui piedi e ne trarrò beneficio nelle settimane successive correndo sullo sterrato.
Nella quarta settimana di Gennaio la voglia di sfogarmi dopo tanto riposo mi porta a correre due crose medie da circa un’ora sempre su sterrato. I tempi sono alti rispetto a quelli cui ero abituato ma per ora va bene così. In quersta fase iniziale cerco di ascoltare molto la percezione dello sforzo e meno il cronometro. Per questo motivo (oltre al fatto che é più divertente e allenaente) cerco di fare tutte le corse lente e medie su sterrato. Ho ricavato un percorso di poco più di 6 km di erba e fango con due fossati e un ostacolo da saltare, tanto per rompere il ritmo …
Le sensazioni cominciano a cambiare, come se l’influenza si fosse portata via le mie paure. Comincio a pensare che a Treviso si potrà puntare alle 3 ore e non solo fare presenza. Alla quinta settimana rompo gli indugi. Lunedì dovevo fare solo un lento ma non ho resistito al profumo dell’erba umida e mi sono concesso 20′ addizionali di medio con un passo vicino ai 4’/Km, che pensavo fosse ancora molto lontano. Il giorno seguente i passaggi in collinetta sono stati 40, gran parte in compagnia per fortuna, sennò si rischia di diventare scemi. La salita é lunga 20 metri e si eleva di circa 4 o 5. Sembra pochi ma in un’ora ho fatto 200 metri di dislivello tutto in allungo. Molto allenante. Ho chiuso in bellezza la settimana con 70′ di medio in progressione alla fine. Passerò quel pomeriggio con forti dolori allo stomaco. E’ probabile che dipenda dall’alimentazione del giorno prima. Se con alcuni accorgimenti non rimedierò a questi fastidi penso che proverò qualche test per le intolleranze alimentari. Bisogna sicuramente rimediare. Venerdì torno in pista, faccio 10 volte i 100 metri a tutta ma con controllo dell’elvata cadenza, dell’appoggio, della rilassatezza e dell’equilibrio. La velocità é buona e la rapidità anche.
Manca ancora tanta strada, mi mancano le due ore sulle gambe e tanti km sotto i 4’/Km. Per questi vorrei aspettare l’esito di una visita, ma é dura resistere al richiamo. Se proprio non riesco a tenermi comincerò da intervalli brevi.
Ho sempre dedicato il mercoledì ad allenare la tecnica con una buona mezz’ora di andature e balzi. Chiudo sempre con 5′ minuti di camminata sulla corda. Ormai riesco ad accovacciarmi, camminare avanti, indietro e da questa settimana pure a girarmi. Questo tipo di allenamento, anche solo una volta a settimana, é diventato irrinunciabile e lo consiglio a tutti, soprattutto quando si ha superato la quarantina.
Avrei voglia di buttar giù un programma per Treviso. Non riesco a correre senza obiettivi. Per ora resto fedele al proposito di aumentare quando il fisico lo chiede senza obiettivi settimanali. Per questo mi forzo a non scrivere niente su un pezzo di carta. Però lo schema delle settimane c’è l’ho in testa. Non riesco proprio a correre senza programmazione.