Oggi é arrivata la botta che tanto temevo. La terapia conservativa non ha dato gli effetti sperati, il dolore persiste e sembra riguardi il corno posteriore del menisco mediale. Ora che il ginocchio si é sgonfiato si può fare una risonanza magnetica e avere un quadro clinico completo.
L’osteopata mi ha trattato più volte il vasto mediale e il tendine popliteo. Operazioni dolorosissime la prima volta, quando ero molto contratto. Sono uscito con il viso bagnato dalle lacrime e ho zoppicato per tutto il giorno. Grazie anche a massicce dosi di stretching la coscia e la gamba destra si sono via via rilassate e questi trattamenti sono diventati molto più sopportabili nei giorni successivi. Contemporaneamente, dieci applicazioni del laser hanno sfiammato il ginocchio, che ho sentito caldo e gonfio ancora fino a sabato scorso. La sofferenza alla cartilagine é passata. Almeno questo é andato a posto.
La visita di questa mattina ha messo in luce il persistere del dolore all’estensione completa della gamba e ancora di più alla flessione. Anche oggi con un manovre manuali il menisco é tornato in ordine, ma non é escluso che con qualsiasi movimento involontario si ripresenti il dolore.
Non é detto che l’unica soluzione sarà un intervento di asportazione selettiva. E’ troppo presto per pensare alle soluzioni, (poche) che restano. Oltre a proseguire con la fisioterapia resta l’intervento in artroscopia. Dipenderà molto dall’esito della risonanza. Nella scelta, ovviamente, influiranno anche le aspettative personali, i tempi di recupero, ecc. Solo una cosa mi ha chiesto con insistenza il fisio, l’unica a cui dovrei pensare in questo momento secondo lui: tanto stretching alla gamba e alla coscia, in modo da liberare il menisco e favorire il suo naturale posizionamento.
Non ho preso molto bene questa storia. E’ stata una botta che mi ha fatto perdere la voglia di fare qualsiasi cosa. Oggi ho tagliato anche sullo stretching nonostante la bella giornata. Non ho più voglia di leggere il libro che ho iniziato appena ieri, non riesco più neanche a curiosare gli allenamenti degli amici su Strava. Conoscendomi, penso che passerò qualche giorno così, privo di stimoli ed interessi. Chiudersi in una bolla di tristezza e autocommiserazione é il mio modo per ricaricare le batterie quando sbatto contro una brutta delusione. Perdendo l’interesse per qualsiasi altra cosa, niente ha più valore e niente può ferirmi ancora. Quando arriverà qualche informazione più dettagliata, qualche esito più confortante (speriamo!) e un percorso di recupero più preciso, magari mi tornerà un po’ di forza. Per ora sarò ancora un po’ più antipatico e scorbutico del solito.
Mi rendo conto che é un comportamente infantile e un pochino irrispettoso dei veri problemi e delle cose più importanti. Oggi però va così, non ho voglia di sforzarmi di essere una persona migliore.
Pensare che lo scorso fine settimana avevo notato un netto miglioramento ed ero quasi convinto che la situazione stesse convergendo verso il lieto fine. Martedì mattina, come per magia (o é stata la camminata sulla corda???) il fastidio é ritornato. Da quel giorno ho cominciato ad avere un brutto presentimento e ad aspettarmi il peggio. Da allora ho cominciato ad avere una espressione come quella di Mercoledì della famiglia Addams.
Quello che più mi butta giù é che a settembre avevo cominciato a correre senza riserve o problemi pendenti per la prima volta dopo un anno e mezzo. Per tutto questo tempo avevo corso con il freno a mano tirato, con la preoccupazione dell’ischemia che mi era capitata, poi con l’operazione al cuore che poteva arrivare da un momento all’altro, poi con i medicinali dopo l’operazione che mi creavano problemi allo stomaco e le extrasistoli di assestamento che mi facevano prendere paura. Infine il timore di non superare l’idoneità agonistica. A settembre sono partito per fare del mio meglio, senza preoccupazioni, e dopo un mese sono ancora a terra con le gomme sgonfie. E’ questa la parte difficile da accettare.
Quello che mi é successo lo scorso anno era molto più preoccupante. Eppure l’ho affrontato con ottimismo ed ero sicuro di tornare come e meglio di prima. Oggi non ho più voglia di essere ottimista e pensare positivo.
E’ una bella mazzata. Come attraversare l’oceano in nave, prima o dopo si scorgerà la terra, però al momento c’è solo tanta acqua e il mal di mare.