Sono arrivato alla vigilia della mia 30esima maratona. La preparazione é andata bene. Il fieno é al sicuro in cascina. Questa é una certezza, ma non é garanzia di successo. Bisognerà utilizzarlo bene quando serve, sfruttarlo al massimo, sapendo che non ci sono altre scorte o riserve.
Se devo essere sincero, speravo di arrivare a questo punto con qualche tempo di rilievo su distanze più brevi. Invece non ho fatto molta confidenza con andature da mezza maratona. Ho trascurato molto la velocità, anche perchè fino a metà febbraio il ginocchio era tutt’altro che guarito.
Questa l’ultima settimana di preparazione:
Lunedì: esco a pranzo, ci sono 20 gradi. Se rimane così, domenica il caldo farà più selezine dello sterrato. Vado allo stadio per eseguire i miei 25′ di andature. Mi sembra di soffrire un po di “letargia”. Non so come altro definire quella sensazione di stanchezza che mi assale quando riduco i Km. Di solito passa, non é preoccupante.
Non mi risparmio con le andature. Faccio anche i balzi sulla sabbia. Le gambe salgono alte, mi sento leggero, rimbalzo bene. Tra andata e ritorno loggo 8 Km alla media di 4’26″/Km. Al ritorno faccio 10 allunghi, cercando di essere ogni volta un po’ più veloce e rapido di gambe. Il giorno dopo sentirò questo sforzo.
Martedì: di notte ha piovuto e subito dopo c’è stato vento forte. L’aria é pulita e fredda. Si sta bene. Corro per 5 Km lenti, ho le gambe leggermente indolenzite per ieri. A questo punto della preparazione soffro parecchio gli sforzi anaerobici. Mi stendo per mezz’ora abbondante di stretching. A pranzo vado alla ormai consueta lezione di Yoga. Alla sera mi stendo per ancora un po’ di allungamenti, ma dopo 8 minuti mi passa la voglia.
Mercoledì: oggi mi tocca il classico assaggio di ritmo maratona. La temperatura é scesa rispetto ai giorni scorsi e c’è un vento discreto. Mi sento molto in forma, é sparito anche il senso di “letargia” di inizio settimana. Non ho programmato niente sul Garmin perchè l’allenamento é lasciato volutamnte ad libitum. Non voglio sentirmi obbligato a seguire quanto programmato. L’importante é non avere la sensazione di affaticarmi troppo.
E’ andata meglio del previsto. Le gambe giravano leggere e non ero in affanno col fiato. Nei tratti a favore di vento mi sono pure trattenuto per non restare vicino al ritmo maratona. Alla fine ho fatto il massimo degli scenari che mi ero proposto: 5x(2Km @3.48 rec 500m @4.21). Era da diverse maratone che non stavo così bene nella fase di tapering. Alla sera mi stendo per una mezz’ora di stretching.
Giovedì: é un’altra giornata soleggiata e fresca. La sfrutto per una corsa rilassta lungo gli argini del Dese, su terreno erboso. Le gambe sono abbastanza provate per l’impegno di ieri, ma non sento indolenzimenti o blocchi. Mi verrebbe voglia di spingere ma cerco di calmarmi e godermi una cora spensierata, lasciando perdere tempi e medie. Corro per 7 Km al passo medio di 4’29″/Km. Prima della doccia mi stendo al sole per 15′ di stretching. Comincio a friggere, non vedo l’ora che sia domenica.
Venerdì: al mattino presto, prima del lavoro, eseguo la routine completa di riscaldamento: 1 Km di corsette, 10′ di stretching dinamico leggero e un po’ di andature blande. Poi altri 2 km lenti e uno a ritmo maratona. Mi restano 40′ che occupo con dello stretching. A mezzogiorno riesco a svignarmela dal lavoro. Non é proprio necessaria questa ulteriore mezz’ora di stretching, ma piuttosto di restare al lavoro ad accumulare stress, almeno oggi, é meglio se esco a prendere sole e aria con dei blandi esercizi di allungamento.
Dopo l’infortunio ho ripreso a correre seriamente a fine novembre. Per i tre mesi successivi però non ero completamente guarito. Sono passate 18 settimane e circa 1300 Km. Una preparazione lenta e graduale. Questa é la distribuzione dei Km nelle 7 zone di andature.
Ora mi buttoin questa mia 30esima esperienza senza voler chiedere nulla. Erano almeno tre anni che non mi sentivo in perfetta salute la settimana prima della maratona. Questo mi rende soddisfatto anche se la forma non é al top. Sono pienamente convinto che anche questa volta, comunque vada, ne é valsa la pena.