Quello che resterà della mia 31esima maratona é il tempo finale di 2h50’34”. Il real time é di soli 6″ in meno. L’ho corsa alla media di 4’03″/Km, una cadenza media di 177 passi per minuto a cui corrisponde una lunghezza media della falcata di 140 cm. L’ho corsa al 91,1% della velocità di soglia calcolata. Tutto sommato questi risultato era abbastanza atteso. Il tempo finale di 5′ superiore alla previsione del Test di Yasso é abbastanza abbondante.

Analizzando l’evolversi della corsa, l’ho suddivisa in 5 settori che descrivo in figura.

34esima-venicemarathon-27-10-2019-passo

1) Come da piano. Km 1-20. La prima metà gara (fino al 20esimo Km circa) va tutto secondo i piani. Velocità di crociera costante, sono in un gruppo abbastanza folto, gestisco il cardio in modo da stare sotto i 160 bpm, cadenza a ridosso dei 180 passi per minuto.

2) Provo a mantenere il ritmo. Km 20-26. Dopo aver perso la scia dell’unico atleta di cui riuscivo a tenere il ritmo resto solo e mi sforzo di mantenere un ritmo sotto i 4’/Km e una cadenza agile. Riesco in questo intento per 6 km, ma questo mi costa una deriva da 160 a 165 bpm.

3) Inizia la gara. Km 26-33. Una volta usciti da piazza Ferretto, mantengo ancora una buona media sui vialoni ma perdo diversi secondi sulle asperità dei due principali ponti. Passo e cadenza sono ancora buoni ma il cardio rimane su valori praticamente di soglia.

4) Il momento di stringere i denti. Km 33-38. Dal drittone del ponte della libertà fino ai primi ponti sui canali della laguna sono in soglia. La cadenza scende fino a quasi 170 passi per minuto (media con cui corro i lenti).

5) Remi in barca. Km 38-42. Sui ponti mi pianto. Non ho la forza e la determinazione per affrontarli con un minimo di aggressività. Ho qualche breve spunto quando sento il tifo degli amici e nei passaggi particolrmente toccanti, ma mi lascio sorpassare da 4 atleti senza opporre resistenza e mi trascino alla fine. Valori imbarazzanti (per essere in gara), tranne la frequenza cardio che resta costante in soglia. Nonostante la bassa velocità, mi stavo impegnando a fondo ….

Condizioni Meteo

Il clima di domenica 27 ottobre era perfetto per gli spettatori, i turisti e chi guardava la maratona in TV. Per gli atleti non era pessimo ma insidioso. Ho confrontato i dati con quanto é rilevato alla Trevisomarathon ben 7 mesi prima (vedi tabella qui sotto).

temp
Confronto tra alcuni dati meteo registrati durante la maratona di treviso e quella di Venezia. Impressionante vedere come mi sia capitato di trovarmi di fronte a due giornate praticamente identiche adistanza di 7 mesi. La differenza più significativa riguarda l’umidità, che ha fatto salire notevolemnte il punto di rugiada.

Temperature di questo tipo in primavera sono più difficilmente sopportabili. Questo, oltre alla tattica poco accorta, spiega in parti la mia profonda crisi a Treviso. Ricordo che già alla partenza sentivo il calore sulla pelle e molto caldo soprattutto sulla faccia. A Venezia, dopo un’intera estate in cui ho avuto modo di adattarmi al caldo, non ho sofferto. Ho bevuto molto, avevo un saccscreenshot_2019-11-04-17-45-20o di sete e ho cominciato a bagnarmi ad ogni ristoro già dal km 5. Il caldo insomma non mi ha provocato disagio, ma ha senz’altro condizionato l’efficienza di corsa di tutti.

Da qualche mese ho l’opportunità di testare la versione beta di Runbull, una app che tra le tante altre cose unisce i dati meteo ai dati GPS di una attività fisica caricata (ad esempio) nel mio account Garmin Connect. Per questa gara l’app ha calcolato che rispetto alle condizioni ideali, la mia performance é stata influenzata negativamente per 2’16”. Grosso modo corrisponde a quanto ho perso dopo il 32esimo km. Oltre ai dati citati in precedenza Runbull tiene conto anche della Radiazione solare, che a Venezia era la metà rispetto a Treviso, per colpa principalmente dell’umidità.

Conclusioni

Per come era la mia condizione posso concludere di aver corso bene. Di più non c’era. Se fossi riuscito ad arrivare coperto in un gruppo almento fino al km 28, forse il calo sarebbe stata meno importante. Il clima ha senz’altro influito. La crisi nera per il caldo di marzo mi ha insegnato qualcosa. Sono soddisfatto di non aver ripetuto due volte l’errore.

A mio giudizio lo sforzo nel settore 2 ha cambiato la gara. Se in quel tratto avessi trovato un gruppo a cui unirmi, forse averi affrontato con la stessa media ma con meno affanni il settore 3 (con dislivelli non banali) e avrei perso molto meno nei settori 4 e 5. Fermo restando che negli ultimi 2 Km un minuto si perde sempre rispetto alla media, penso che avrei potuto risparmiarmi quasi 2 minuti. Più o meno é quello che mi suggerisce Runbull.

Statistiche

Ho portato a casa la mia 31° maratona. La 12° a Venezia. Sono arrivato a 14 maratone consecutive sotto le 3 ore. Ho iniziato proprio 7 anni fa a scendere sotto questo limite, con due gare in 2h57′ e 2h55′. Dopo quell’anno sono sempre riuscito a scendere sotto le 2h50′ (sob …).

La media di tutte le mie maratone scende a 3h25’08”, senza mai un ritiro. La media delle mie ultime 14 maratone (quelle sotto alle 3 ore) invece sale di qualche secondo a 2h48’55”. E’ stato il mio 11esimo tempo nella classifica delle mie maratone. A marzo corsi il mio 12esimo tempo assoluto.

Questi ultimi numeri, scollegati dal contesto, segnano un evidente passo falso nella performance. Il futuro mi mostrerà se é una fase di fisiologico scadimento delle prestazioni dovuto all’età oppure semplicemente un anno non all’altezza degli altri. Non mi spaventa la risposta, qualunque sia. Corro per passione e piacere, il cronometro serve solo per pianifiacare le sfide personali.

 

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