La preparazione per la Trevisomarathon del prossimo marzo fatica a partire. Dopo un bel po’ di vacanza e una sola corsa nel nuovo anno solare volevo riprendere a pieno regime la settimana scorsa. Lunedì avevo l’occasione di fare un doppio, cosa assai rara ultimamente e quindi cedo alla tentazione, nonostante sia palesemente contrario al principio della progressività dei carichi.
Corro 15 Km al mattino, assaggiando qualche stradina di campi, che grazie al gelo non ha fango. 15 Km di corsa lenta al passo di 4’23″/Km medi, con allunghi nel final. Il cardio é alto come sempre accade dopo un periodo di inattività, ma le gambe giravano e bene ed ero soddisfatto. Non ho dato retta al senso di stanchezza e a pranzo sono uscito nuovamente. Ho subito notato il dolore persistente alla caviglia destra, ma ho tenuto duro e completato un allenamento fotocopia di quello del mattino.
Il giorno dopo, martedì, mi sveglio ancora con il piede dolorante e la caviglia bloccata. Riesco a muoverla solo dopo diversi passi. Decido di seguire comunque quanto programmato e vedere che succede. Succede che dopo 20 Km molto vallonati, con quasi 400 metri di dislivello totale, decido di non arrivare a 30 come programmato. La caviglia mi fa male e ho paura di farmi male sul serio. Temo soprattutto danni al tendine d’Achille. Mi terrorizza quasi più del ginocchio. La zona tendinea mi farà male per un paio di giorni e mi lascierà “solo” un vago, leggero dolore generale nell’interno della caviglia. La sento sempre molto rigida e indolenzita
Mi porto dietro questa sensazione da fine settembre. Spesso ho avuto problemi sia al polpaccio (gemello distale) che al tendine d’Achille. 20 giorni prima della maratona di Venezia avevo interrotto il 30 km a ritmo gara zoppicando. Prima di Natale, il giorno dopo un 10 km “a tutta” mi sono alzato zoppicando. E’ evidente che c’è qualcosa che non va. Ho prenotato una visita per la prossima settimana. Vediamo se avrò una diagnosi precisa o se mi dovrò accontentare della solita vaga tendinite da sovraccarico su una articolazione anziana …
Siccome alla Trevisomarathon dovrò arrivare anche con una gamba sola, vedremo se sarà il caso guarire per bene e dedicarci poche settimane di preparazione oppure di tirare avanti preparandola meglio possibile cercando di non stressare troppo tendini e articolazione. Per ora, almeno fino alla visita (e probabilmente anche fino all’indagine endoscopica che probabilmente mi prescriveranno) deciderò l’entità del carico in base alle sensazioni al risveglio.
Quest’anno avevo iniziato un approccio leggermente diverso da quello degli ultimi anni, basato sul metodo di Steve Magness. Mi sono concentrato di più sulla periodizzazione e sulla rispsta organica allo stimolo. Mi é sembrato opportuno dividere le 10 settimane (+ 2 di tapering) in un periodo fondamentale e uno specifico. Il fondamentale é composto da 3 macrocicli a loro volta formati da due settimane di carico e una di scarico. Quest’ultima prevede un tagli odel 30% circa del volume, soprattutto corsa lenta e un maggior lavoro sulla velocità.
Manterrò ad ogni post una notazione sintetica che mi aiuterà ad avere ben precisa la consapevolezza di dove mi trovo. Questo per aiutarmi a non lasciarmi andare nel seguire la tentazione di correre troppo o troppo forte.