Vivo tempi in cui poche settimane sono sufficienti a stravolgere gli scenari. A volte il futuro non é più un progetto ma una realtà davanti ai miei piedi su cui inciampo.
In questi casi, quando mi trovo col sedere a terra in cerca di appigli con cui tirarmi su, mi torna sempre in mente una vecchia canzone degli Afterhours. Non é un pezzo motivante. E’ vagamente consolatorio.
Un mese fa non nascondevo la fiducia di stare lentamente ricostruendo le fondamenta mattone su mattone. Dopo 3 settimane di uscite con leggeri progressi mi sono avventurato in 10 allunghi. Poco dopo la doccia già zoppicavo. Mi sono deciso a farmi visitare da un ortopedico che mi ha mandata a fare la risonanza al ginocchio e raggi X all’alluce.
Sul ginocchio é uscita una fessurazione al corno posteriore del menisco mediale, un classico. Oltre a questo, il referto cita i consueti riscontri deprimenti per articolazioni di uomini di mezza età che si ostinano a fare sport: borsite sotto e sopra la rotula, sovraccarico femoro-tibiale interno, un coinvolgimento capsulare con edema del collaterale, del gemello mediale e dei settori anteromediali del corpo di Hoffa. Iniziale tendinosi quadricipitale-rotulea e infiammazione ai collaterali. Più lo leggo più mi chiedo come faccio a camminare.
All’alluce ho una sublussazione in valgo del primo dito. In parole povere un iniziale valgismo all’alluce che, si sa, non può che peggiorare.
Sono fermo da 3 settimane, ho fatto qualche test correndo per 1 km. Al momento sembra sia passato il fastidio al menisco, ma non reggo l’appoggio per un dolore sopra la rotula. Se me la sfango anche questa volta col menisco (come é capitato col destro) é davvero un colpo di fortuna. Questa volta la fessurazione é “certificata”, mentre 3 anno fa non si era vista. In ogni caso questo non infortunio (come il precedente alla gamba destra) non é dovuto a traumi ma al sovraccarico di strutture ormai degenerate.
Questo é un punto di attenzione, perchè il corpo mi ha mandato ben due segnali identici. Uno a destra e uno a sinistra. Non prenderli in considerazione é una colpa, oltre che una occasione persa.
In questo mese si é capovolto anche lo scenario generale. Da un convinto ottimismo si é tornati al clima di marzo. C’è stata una progressione di misure restrittive non ancora terminata, suppongo. Ormai si é capito che fino a marzo/aprile del prossimo anno non si gareggia, o anche se fosse tecnicamente possibile, francamente, eviterei per la salute mia e della famiglia.
In questa situazione cercherò di passare questo inverno cercando conforto nell’unico sport che attualmente mi é concesso: la bicicletta. Un’oretta al giorno di mtb spero contribusica a rallentare la deriva del mio fisico, a darmi qualche gratificazione e mantenere un minimo di aerobicità.
Spero che il ginocchio non ne soffra molto. Se dovessi togliere anche la bici, con palestre e piscine chiuse, non mi restano altri modi per allenarmi. Probabilmente il riposo assoluto dovrebbe aiutare di più la guarigione, ma non avendo fretta, scendo a compromessi col dolore.
A giorni porterò i referti all’ortopedico. Qualunque cosa consigli penso che al momento sarò molto attendista. Penserò con calma all’operazione, se proprio me la consigliasse. Penso che eviterò anche le cure dal fisioterapista. Vista la situazione pandemica non vale la pena correre il rischio per un problema che non mi impedisce una vita abbastanza normale.
Il 2020 ha portato sconvolgimenti in tutto il mondo. Il cambiamento delle mie abitudini sportive, che ormai da 15 anni erano più o meno le stesse fa meno male in questo contesto. In fondo, come dicono gli After:
E non è certo il tempo
Quello che ti invecchia
E ti fa morire