Ho deciso di partecipara alla maratonina di Scorzè solo qualche giorno prima. Le previsioni del tempo garantivano la persistenza di aria fresca e pioggia in abbondanza. Condizioni ideali, per me. Quando sono fradicio non sento la fatica. Credo che l’acqua supplisca un mio difetto nella capacità di tenere a bada la temperatura. Non avevo neanche impegni con la famiglia e la gara era vicino a casa. Si é verificato un allineamento astronomico per fari correre quel giorno.

Da 40 giorni non superavo i 20 km in allenamento. Potrebbe essere un rischio, ma la maratona corsa poco più di due mesi fa dovrebbe garantirmi ancora una buona resistenza. I recenti allenamenti veloci mi hanno dato confidenza con il debito di ossigeno, gambe forti e falcata ampia. Non avendo preparato la gara, però, non avevo idea delle mie reali possibilità. Ci tenevo sicuramente a fare meno di 1h24′ e possibilmente migliorare il tempo di 1h23’39” che é il mio PB post pandemia. Per fare questo contavo di correre almeno i primi 15Km a 4’/Km e finire in progressione.

La mia corsa

Domenica mattina a Scorzè non piove. Vuoi vedere che é una fregatura? Mi sono illuso inutilmente? Spero non esca il sole, perchè con questa umidità sarebbe una sauna. Riesco a correre il riscaldamento all’asciutto, poi a pochi minuti dallo sparo scendono le prime gocce. Cosa chiedere di più?

Partiamo in 200 atleti in totale, circa. Ci sono una decina di atleti africani. La partenza é molto veloce, cerco qualche scia ma l’orologio mi dice che sto andando troppo veloce. Cerco la mia velocità di riferimento. Mi supera un SM50 e gli sto dietro per un po’. Tiene costantemente 3’45″/Km, vuole raggiungere un gruppetto poco avanti. Andrebbe bene anche a me se mi portasse da loro, ma non a questa velocità. Decido di lasciarlo, anche a costo di restare solo. In poco tempo raggiunge il gruppetto, da cui nel frattempo si stacca un altro atleta. Al km 2 lo raggiungo e mi metto in scia. Rifiato. Stiamo andando atttorno a 4’/Km, un po’ lentino per me, ma va bene per rifiatare e riorganizzarmi.

Sento dei passi dietro e capisco che sta arrivando un nuovo treno. Ci raggiunge un atleta della mia categoria al km 4. Si mette davanti e continua col suo ritmo. Mi accodo, mentre la mia guida precedente a poco a poco perde contatto. Teniamo un passo attorno a 3’50″/Km. E’ più veloce di quanto programmato ma sto molto bene. C’è un discreto venticello. Farei più fatica a correre da solo più lentamente che a stare nella sua scia. Abbiamo sempre l’obiettivo di raggiungere il gruppetto davanti. Il distacco resta identico per molti km. In un paio di occasioni, quando la velocità cala un pochino, provo a dare il cambio. Il mio compagno di strada mi rimane al fianco e quasi mi contende la guida. A questo punto decido di tornarmene dietro e lasciarlo lavorare. Sono disposto a condividere la fatica, ma se vuole restare al vento, per me va benissimo. Grazie a 3 km piuttosto veloci, poco prima del km 8 finalmente siamo quasi accodati al gruppetto. Mi metto davanti per recuperare gli ultimi 10 metri. Ora siamo in 4. Un arzillo SM60, l’SM50 che mi aveva superato al km 2 e noi due giovanotti SM45. Dopo il rifornimento del km 10 il più anziano aumenta il passo. Io non rischio e gli altri neppure. Il più in forma é l’SM50, sempre davanti a fare l’andatura, mentre il mio coetaneo a volte si porta avanti e altre si stacca di qualche metro.

Rimango sempre al coperto. Mi sento bene e cerco di capire se e quando accelerare. Sono abbastanza al limite e l’andatura é molto buona. Mi lascio portare oltre il km 15 e attendo il km 18 per prendere una decisione. A 3 km dalla fine sono rimasto solo con l’SM50. Davanti a noi l’SM60 ha preso un buon vantaggio ed é imprendibile. Dietro il mio coetaneoha 50 metri ma non ha mollato.

Inizia un tratto sterrato ma ben battuto lungo il fiume Dese. E’ molto scenografico, davvero bello. La stradina segue l’argine in una dolce serpentina. Continuiamo a mantenere un passo molto veloce. Ogni tanto mi affaccio per dare un cambio, ma non ci sono tratti rettilinei e vengo chiuso nelle curve. Si lascia l’argine agli ultimi 600 metri, in prossimità dello stadio. C’è un lungo rettilineo e lascio andare le gambe con l’intenzione di dare tutto in quest’ultima parte. Non mi sembra di avere fatto una accelerazione troppo violenta, ma mi trovo solo. Entro nello stadio. Il cronometro luminoso é spento, forse per la pioggia, quindi non ho la possibilità di capire che sono ad un passo dal sub-82′. Pazienza. So che sto facendo un gran tempo e sotto il traguardo sfogo la mia soddisfazione. Ho corso gli ultimi 400 metri tra 3’45″/Km e 3’40″/Km, poco più veloce della ritmo degli ultimi km. Nonostante ciò ho guadagnato 4″ sul mio compagno di avventura. Significa che lui non é riuscito a cambiare passo e ha continuato alla stessa velocità.

Statistiche

Il tempo finale di 1h22’02” é il mio 15esimo su 20 mezze maratone ufficiali corse. Se vogliamo, é il mio personale dal novembre 2019, data da cui faccio partire la seconda parte della mia “carriera”, dopo la serie di infortuni e lo stop per la pandemia. Potrebbe anche essere considerato il mio personale per la categoria over 66 Kg. Ma questo mi consola poco, perchè non vedo l’ora di uscirne. A proposito di categoria. E’ il terzo podio SM45 in quattro gare da inizio anno. Non mi era mai successo. I risultati non sono eccezzionali, credo che scarseggi la concorrenza. Però fa sempre piacere salire i gradini del podio per una foto.

Il grafico evidenzia un passo pressochè costante attorno a 3’50″/Km, con i tre km più lenti tra il 14esimo e il 16esimo, prima del gran finale. Anche la cadenza si é tenuta molto elevata sopra i 182 passi per minuto. Anche la frequenza cardio é rimasta sempre costante appena sopra i 165 bpm. Non c’è stata deriva, segno di un buon stato di forma. E’ leggermente calata prima degli utlimi 5 km finali molto veloci.

Breve analisi

Il percorso mi é piaciuto, come sempre accade quando le cose vanno bene. Le curve abbondano ma non sono mai troppo strette. Peccato che talvota nella traiettorie migliori l’asfalto cede nel fossato o non è in buone condizioni. In questi casi abbiamo fatto “il giro largo”. Niente di drammatico, ci sarà costato una manciata di secondi. I due km sterrati del finale sono stati rifatti da poco. Sono perfettamente battuti e a giudicare anche dalla media fatta, permettevano di tenere un ottimo ritmo.

La pioggia aveva una intensità ideale, non ho trovato pozze estese tali da bagnare piedi o rallentare la corsa. Il vento era discretamente teso, tanto che si sentiva molto il beneficio di stare in scia.

Una volta tanto mi faccio i complimenti da solo per la gestione della gara. Credo di aver sfruttato le occasioni che mi capitavano per tirare fuori il meglio dalla mia condizione attuale. In questi attimi conta tanto l’istinto, perchè non si é abbastanza lucidi per ragionare. L’istinto si allena con l’esperienza di scelte corrette (e fortunate).

Il cardio é sempre stato abbastanza elevato ma non sentivo la stanchezza. Muscolarmente ero molto preparato. Ho corso i primi 10 km in 38’34” e i secondi 10 Km in 38’48”. Pochi secondi di più dei 10 km in pista di un mese fa. La mia forma fisica é decisamente in crescita. Infine gli ultimi 1200 metri al passo di 3’48″/Km.

Mi sono trovato molto bene a correre con le Puma Deviate Nitro 2. Più che in maratona. Probabilmente avevo gambe più forti dello scorso marzo, tali da rispondere al meglio alla reattività della schiuma.

Alle premiazioni

Aspettando le premiazioni ho conosciuto il gruppetto con cui ho corso. Anche loro sono andati a premio. L’SM45 se l’è un po’ presa per il fatto che non abbia collaborato. Io gli ho spiegato che ero disposto ad andare in testa per dare cambi, ma se mi restava al fianco tanto valeva se ritornavo dietro. In ogni caso lui ha fatto il personale e quando ha scoperto che andava a podio ha smesso di borbottare. L’SM60 si ricordava di me alla maratona di Venezia del 2017. Alla sua età vorrei avere il suo fisico e la sua memoria.

Dopo essermi cambiato e vestito per bene sono tornato in zona arrivo per attendere le premiazioni. Ho trovato riparo dalla pioggia sotto ad un gazebo. Quì ho conosciuto il gruppetto con cui ho corso per tanti km. L’SM45 se l’è un po’ presa per il fatto che non abbia collaborato. Gli ho spiegato il mio punto di vista. Ero disposto ad andare in testa per dare cambi, ma se mi restava al fianco tanto valeva che ritornassi dietro. In ogni caso lui ha fatto il personale e quando ha scoperto che andava a podio ha smesso di borbottare. L’SM60 si ricordava di me alla maratona di Venezia del 2017. Alla sua età vorrei avere il suo fisico e la sua memoria.

Poco dopo é arrivato il gruppetto di una decina di africani che hanno dominato la gara, maschile e femminile. Per qualche strana ragione gli uomini erano keniani, le donne etiopi. Mi ha colpito un ragazzo con una cicatrice sulla guancia che andava da un orecchio alla bocca. Non oso immaginare cosa gli sia successo. Il loro manager era un uomo dai lunghi capelli grigi. Alto, grosso e molto risoluto. Sembrava che da un momento all’altro potesse prendersi due, tre dei suoi atleti sotto le braccia e portarseli via. Girava tra loro chiedendo il codice fiscale, immagino per gli estremi del pagamento del premio. Si indispettiva quando qualcuno gli dava il codice FIDAL o quello del passaporto. Quando inizia la premiazione un ragazzo mi passa il suo cellulare e mi dice “photo?” con un sorriso. Dopo qualche secondo lo chiamano per ricevere il primo premio. E’ molto felice. Il tempo non é eccezzionale, ma probabilmente la frazione dei 400 euro del primo premio che gli spettasono un bel bottino. Io prendo posizione in zona centrale del pubblico per scattare qualche foto dal suo cellulare. Il vetro é talmente frantumato che é difficile capire se é a fuoco. Ho paura che si sgretoli da un momento all’altro. Quando scende glielo riconsegno e gli faccio i complimenti. Ho curiosato sul sito della Fidal. Il ragazzo va per i 33 anni non é giovanissimo é in Italia da un anno. Ha cors o16 gare, soprattutto mezze maratone, vincendone 5. Domenica ha fatto il suo PB. Non é nato con il talento di tanti suoi connazionali ma ha caratteristiche sufficenti per essere apprezzato all’estero.

L’organizzazione é stata veramente ottima. Questa manifestazione si meriterebbe grandi numeri. Glielo auguro per i prossimi anni.

Futuro prossimo

La pioggia non può durare per sempre e il caldo prima o poi arriverà. Quindi nel prossimo futuro non credo che preparerò altre gare. Questo tempo, però mi da fiducia di poter ambire ad un sub 80′ entro fine anno.

Dopo una settimana di riposo ho in programma di riprendere ad allenare la velocità e contemporaneamente affrontare qualche corsa lunga a bassa velocità. Vorrei mantere due sessioni di potenziamento a settimana. Sono già proiettato alla seconda parte dell’anno, subito dopo il consueto mesetto di riposo totale di luglio.

Di admin

Lascia un commento