La primavera di quest’anno é stata una delle più vivibili degli ultimi 10 anni. E’ stata come me la ricordavo da ragazzo. Il sole era caldo durante il giorno, ma l’aria sempre fresca e le piogge frequenti. Le temperature pomeridiane erano perfettamente sopportabili anche per chi voleva fare attività fisica. Si poteva contare sul fresco ristoratore che arrivava al tramonto. Di notte il riposo era garantito da temperature normali anche senza aria condizionata.
Durante questo periodo sono riuscito ad allenarmi bene e correre delle buone gare. Per un po’ mi sono illuso di poter continuare in questo modo fino a metà luglio, quando mi fermerò per le vacanze, provando ancora qualche gara breve.
Qualche giorno prima del del solstizio ho dovuto rinunciare a questo proposito. Da questa settimana, infatti, il clima é decisamente più afoso e anche di notte la temperatura non scende sotto i 20°C. In queste condizioni é molto complicato anche solo uscire per una corsa lenta. Non va meglio con gli esercizi di potenziamento in giardino: é una sofferenza.
Vista la situazione ho lasciato cadere qualsiasi obiettivo tecnico nei prossimi allenamenti. Impossibile correre veloce, anche per intervalli brevi. L’ombra degli alberi non é sufficiente a permettere un adeguato recupero. Mi limiterò alla corsa lenta in brevi sessioni e cercherò di dedicare più tempo al potenziamento.
Credo che sforzarmi di eseguire allenamenti impegnativi sarebbe controproducente. Come nuotare controcorrente. Ci sono dei vincoli e delle condizioni che non possiamo forzare. Bisogna accettarli e adeguare i nostri piani di conseguenza.
Ci sono atleti molto efficaci ad alte temperature. Non penso ad atleti africani o magrebbini che da generazioni si confrontano con climi più temperati. Penso anche ad amici, che non hanno una preparazione professionale, ma riescono a mantenere le loro performance anche con il caldo. Sicuramente hanno un sistema di gestione della temperatura corporea molto efficente. Sono consapevole che questo é un mio grosso limite e che da questo dipende il fatto nelle gare piovose i miei tempi sono nettamente migliori. Mi chiedo se questa efficienza sia allenabile e quanto migliorabile. Ricordo qualche anno fa che Galen Rupp si allenava col Kway (come i peggiori amatori) per allenare la sudorazione, ma non mi sembra che in molti lo abbiano seguito.
Escludendo il processo di adattamento, che ci permette in un paio di settimane, di sopportare meglio il cambio di temparatura esiste un modo che permette ad un atleta, negli anni, a gestire meglio il caldo?
Non so quanto é coinvolto il grasso sottocutaneo. Contribuisce all’omeostasi termica o ostacola la dispersione di calore? Non so quanto é importante il peso complessivo, o meglio, il rapporto tra volume e superficie esterna di una persona. Il peso é responsabile della produzione di calore, mentre la superfice corporea é il nostro radiatore. L’idratazione dovrebbe essere molto importante, in primo luogo per poter fornire liquidi alla sudorazione senza disidratarsi. Fino ad ora non ho avuto il coraggio di correre col cappello. Quando le temperature sono elevate mi sembra che blocchi la dispersione del calore dalla testa. In caso di forte irragiamento solare e temperature relativamente basse potrebbe essere una soluzione.
Per ora cerco di tenere un minimo di condizione che mi porti fuori dall’estate in condizioni accettabili e vediamo se riesco a farmi un poì più amico il caldo estivo.