Non ho scritto niente su quest oblog da fine maggio. C’è un motivo. Ho continuato a correre durante l’estate, tranne che per la solita pausa da metà luglio ai primi di agosto: 20 giorni senza corsa, come ogni anno. Un giugno più fresco e piovoso degli ultimi anni ha tentato il mio desiderio di competere e quindi mi sono iscrittto alla Run51, una corsa di 10 km, il 23 giugno, dentro l’aereoporto militare di Istrana (TV). Se avesse piovuto sarebbe stata l’occasione perfetta per staccare un buon tempo in un percorso certificato, piattissimo, con rettilinei lunghi chilometri e con il supporto di numerosi atleti del mio livello.

Purtroppo il giovedì prima della gara hanno spostato la partenza dalle 9 del mattino alle 16 del pomeriggio a causa di una “allerta meteo” che nessuno tranne loro sembrava preoccupare. Era prevista pioggia, forse un temporale, ma era proprio per questo che mi sono iscritto. Se il clima fosse stato quello dei soliti fine giugno non ci avrei nemmeno pensato a correre una gara. Sono rimasto estremamente deluso. Non ho corso al pomeriggio, avevo altri impegni già programmati. Ho buttato tutto l’allenamento fatto. Forse l’avrei buttato comunque perchè alla fine non ha nemmeno piovuto. Al mattino c’era afa e al pomeriggio un caldo afoso che difficilemnte mi avrebbe permesso di correre più forte del mio ritmo medio.

Non ho chiesto il rimborso dell’iscrizione, lo scopo era benefico. Non ho nemmeno protestato con l’organizzazione, conosco le difficoltà nell’organizzare gare e le enormi responsabilità. Rispetto qualsiasi decisione, poichè é giusto che la prenda chi é responsabile delle conseguenze. Immagino lo spostamento di orario sia dovuto alla difficoltà di gestire una eventuale situazione difficile o una emergenza in una zona militare, con qualche migliaio di persone che in caso di pioggia e vento potrebbero cercare riparo in zone dove non é consentito o é pericoloso l’accesso. Però perchè organizzare una gara Fidal, allora?

Mentre ritiravo il pacco gara, il giorno precedente, sentivo un militare che diceva che in caso di brutto tempo la festa sarebbe stata rovinata, perchè erano previsti stand dimostrativi all’esterno, brevi cerimonie, gadget, eccetera. Questo mi ha fatto arrabbiare moltissimo. Sembra che la corsa fosse una esisbizione di majorettes. A me non importava niente di tutto il contorno della gara, mi interessava solo sfruttare l’occasione per correre una gara. La competizione dava il titolo all’evento e doveva esserne l’obiettivo principale. Ancora non mi capacito di come la Fidal e i giudici impegnati abbiano accettato lo spostamento senza protestare. Mi viene quasi da pensare che per qualcuno questa non sia stato un cambiamento deciso tre giorni prima.

In ogni caso, sono rimasto a casa con una maglietta tecnica dell’aereonautica che non ho il coraggio di mettere. Non mi é mai capitato di vedere una gara podistica annullata per cattivo tempo. Ho corso nel diluvio e con le strade allagate. In una partenza della Trevisomarathon nevicava. Ne ho ricavato la decisione che le gare organizzate dentro l’aereoporto militare sono totalmente inaffidabili e subiscono gli ordini anche se incomprensibili e ingiustificabili che provengono dall’alto, in perfetto stile militare.

Prima della sosta estiva c’è stata una bellissima novità. Il mio comune ha reso disponibile un parco pubblico molto ampio in una ex-cava. La cava ha un lago al centro, a circa 10 metri sotto il livello del suolo circostante. Attorno al lago c’è un percorso di 1600 metri circa quasi totalmente in erba. Attorno alla cava c’è un atro anello di 2 km circa. Ci sono diverse salite e discese che raccordano il dislivello tra l’anello esterno con quello interno. A giugno ho approfittato delle salite per sprint di 100 e 200 metri. Da settembre le sto usando per movimentare i miei lenti e i lunghi lenti. L’anello basso é anche leggermente più fresco. Il terreno é quasi tutto in erba o sterrato battuto e questo rende la mia corsa lenta più allenamente, oltre a ridurre il pericolo di sovraccarichi da impatto.

Sono partito con la preparazione della Maratona di Venezia. Ho spostato l’obiettivo a 2h55′. Ne parlerò prossimamente, recuperando il tempo perduto.

Il motivo per cui ho interrotto la scrittura del blog é la mancanza di tempo. Ho deciso di escluderlo, in un momento in cui, per fortuna c’era ben poco da raccontare, per lasciare spazio ad progetto che covavo da anni e che appena ho trovato la forza di accendere, mia ha coinvolto completamente con un senso di urgenza che non pensavo potesse superare la corsa. Per due mesi ci ho lavorato tutte le sere dopo cena e ogni momento libero della giornata. Confesso che ho saltato anche un paio di allenamenti perchè non riuscivo a lasciare le cose in uno stato instabile. Sono riuscito ad imbastire una bozza abbastanza completa prima di andare in vacanza. Quando sono tornato ho ripreso con un po’ più di calma, visto che ormai ero sicuro che l’ispirazione non mi scappava più. Per ora mantengo ancora il riserbo, perchè vorrei presentarlo per bene quando avrà una forma definitiva.

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