Un altro bel passo è stato fatto. Stamattina ho messo in saccoccia poco meno di 34 km. Ho iniziato più lentamente rispetto al lungo della settimana scorsa. Volevo essere sicuro di oltrepassare i 30 km nonostante gli allenamenti pesanti di questa settimana. Vorrei, inoltre, percorrere qualche km anche domani. Per questi motivi ho cercato di non trasformare il lungo in una simulazione di gara, come qualche volta mi capita di fare. Fino al 25° ho tenuto la frequenza cardiaca sotto i 150 bpm, rallentando fino ad oltre i 5’/Km nei tratti di sterrato, pur di non affaticarmi. In seguito ho accelerato facendo una progressione di 5 km fino alla media di 4’23″/Km. Dopo una breve sosta per qualche sorso d’acqua ho completato i 3 km rimanenti con un buon passo.

Media complessiva di 4’55″/Km. Buone sensazioni, soprattutto per quanto riguarda il recupero in corsa. C’è una lezione da imparare negli ultimi due lunghi: un ritmo più lento di 15″/Km mi ha permesso di arrivare ai 20-25 km con una forma molto buona (nonostante gli altri carichi della settimana). Mercoledì scorso ero arrivato alla mezza piuttosto provato. Anche nei giorni successivi ho sentito la pesantezza di quello sforzo. Questa esperienza è da ricordare il giorno della gara. Sentire di avere cartucce da sparare nella seconda parte di gara è molto confortante.

Stamattina alle 7 gli operai avevano già cominciato a lavorare sulla stradina di allenamento, sbarrando completamente il passaggio. Sono stato costretto a cambiare l’itinerario ormai (troppo?) consolidato. E ho fatto una bella scoperta. Attraversata la ferrovia con un sottopasso ciclabile si arriva dopo un tratto sterrato al “Bosco di Mestre”, un’area recentemente rimboschita e ancora oggetto di sistemazione ambientale. Certo, la pubblicità di una azienda che si occupa di bonifica bellica, oltre ai carotaggi regolari a distanza di un metro che si vedevano nei prati, faceva passare la voglia di improvvisare escursioni fuori tracciato. Però è molto piacevole correre in questo ambiente in una mattinata soleggiata. Il ghiaino poco battuto dei sentieri non è il massimo se si tiene d’occhio i tempi, ma in questo caso non ce n’era bisogno. In questo parco si può passeggiare anche in bici. Sono numerosi i pannelli informativi con descrizioni di flora e fauna del luogo. Si passa anche nei pressi di Forte Cosenz, un fortino della prima guerra mondiale. Non c’è illuminazione notturna, quindi, non credo sia possibile correre quandosi fa buio. Il parco era praticamente deserto, e nel silenzio del primo mattino ho sorpreso una lepre durante il suo pasto vegetariano. Questo luogo sembra essere stato martoriato pesantemente dalle armi, ora invece è un luogo sicuro per le lepri, le doppiette dei cacciatori si sentono solo in lontananza, nella pianura verso Treviso.

Di Abro

2 pensiero su “Lungone nel bosco”
  1. Grazie! Speriamo che il mattoncino non serva a creare il MURO!! 😉
    Anche tu mi sembri sulla buona strada per Venezia, visto il PB di Monza …

Lascia un commento