Il clima non è male. L’umidità è attorno al 90% ma la temperatura è sufficientemente bassa (10°) da non renderla fastidiosa. Faccio due allunghi, mi sento leggero, lo scarico ha fatto effetto. Vado in griglia abbastanza presto, ma nonostante questo troverò ancora gente lenta davanti a me. Si parte. Il primo km arriva dopo 4’45”. Ho cercato di superare la folla senza allungare troppo la traiettoria, evitando anche le brusche accelerate. Dal terzo km mi allineo all’andatura che mi ero proposto. Tutto fila liscio fino al decimo km. Il vento è assente, la temperatura ideale. Mi bagno le labbra al ristoro. A livello muscolare non avverto problemi. Ho un po’ di bruciore di stomaco, forse per la levataccia, forse per la fame o forse per la tensione dell’attesa. Invidio chi ha certezze. Mi pizzica un po’ il fianco. Visto la giornata umida e fresca decido che è meglio salti i ristori. Il fegato non li gradisce.

Dopo i 10 km, come spesso mi accade, mi si svegliano le gambe. A parità di sforzo calo di qualche secondo. Attraverso Marghera, mi distraggo un po’ guardando in giro e perdo qualche secondo. Passo la mezza in 1h34’40”. Perfetta media di 4’30”. Si arriva a Mestre, c’è un sacco di gente, roba da pelle d’oca. A Piazza Ferretto non c’è un metro quadro vuoto. Giusto il tempo di rendersi conto di aver accelerato (tre km tra 4’20” e 4’25″/Km) che ormai si è ai piedi del ponte di San Giuliano, dove è situato il km 30. Fatta la discesa si entra nel parco di slancio. Anche qui un bagno di folla. Al 30 Km prendo un bicchiere di sali e faccio 5 metri al passo sorseggiando con calma. Voglio evitare brutte sorprese. Per fortuna quest’anno non si fa la salita più ripida del parco. Al km 32 è stato inserito un tornantino dopo il quale si ripercorre la stessa strada in senso opposto. Ovviamente in tanti avranno sicuramente aprofittato per ridurre l’agonia verso Venezia. Proprio qui vedo un compagno di squadra a circa 500 m davanti a me. E’ un po’ in difficoltà. Lo raggiungo dopo un paio di km, aprofittando della discesa dal cavalcavia che immette nel ponte della libertà. Si lascia la terraferma.

Ho scoperto di essere un discreto discesista. In genere guadagno terreno in discesa. Probabilmente un vantaggio derivato dagli esercizi di allungamento che continuo a fare con assiduità. Inizito il ponte e lasciato alle spalle il mio compagno di squadra, mi trovo in balia del vento. Già nel parco si era fatto sentire, però i cambi di direzione non me lo avevano fatto percepire in modo eccessivo. Ora invece me lo trovo di fronte per 3 km. Cerco di ripararmi dietro un armadio che da un po’ mi sta seguendo. Dev’essere anglofono a giudicare dalle scritte delle braccia in stile triatleta. Braccia che, per inciso, sono grosse come una mia coscia e mezza. Il tipo che mi ha seguito lungo tutto il parco mi crolla quasi subito. Il giochetto mi costa una decina di secondi. Sono al vento, sono in rimonta, non trovo gruppetti che viaggiano a 4’30”. Pazienza.

Il programma diceva che se voloevo osare lo potevo fare da questo punto in poi. Però reputo poco saggio dar fondo alle energie controvento. Megli attendere l’arrivo in laguna, al riparo tra i palazzi. Arrivato al tronchetto tengo alta l’andatura sul cavalcavia e aprofitto della discesa per lanciarmi. Faccio il km 39 a 4’20”. Passo le zattere calando di poco. La marea insidia le fondamenta, molto suggestivo. Non dev’essere stato facile per chi è passato un’ora fa.

Arrivo alla punta della dogana rallentando per evitare gli aquitrini dell’acqua alta, gli ostacoli lungo le fondamenta e qualche concorrente in difficoltà. Perdo 10 secondi nel km 41. All’attraversamento del canal Grande tocco la velocità minima: 6’/Km, un po’ per il traffico, un po’ per ammirare il panorama. Riprendo il ritmo lungo le fondamenta di S. Marco fino all’arrivo. Sembra che i ponti non finiscano mai, ma c’è molta gente che incita ai lati del percorso. Ultimo km in 4’11”, ponti compresi. Ultimi 500 m a 4’05″/Km. Poco prima dell’arrivo alzo gli occhi e vedo un 3h11 sul display. Non trattengo un gesto di soddisfazione. E’ fatta! Non mi arriva l’sms da tds con i tempi. Ho un brutto presentimento: la sera scoprirò che il mio chip era guasto. Segnalo il fatto ai ragazzi (gentilissimi e veloci) di tds-live che prima di lunedì sera recupereranno i miei tempi in base alle riprese delle telecamere poste nei punti di verifica. Il tempo ufficiale è di 3h11’35”. Il real time, mio miglior risultato nella maratona è di 3h10’40”.

Di Abro

4 pensiero su “Venicemarathon 2010: a pelo d’acqua”
  1. complimenti, la maratona è una gara piena di incognite..ma non per te che riesci a tenere tutto sotto controllo. Mi piace il fatto che ti sei costruito un metodo di allenamento tutto tuo, io ci provo da anni ma con risultati scarsissimi.

  2. Grazie. In effetti comincio a pensare di aver messo a punto un buon metro per misurare la mia condizione. Mi avvantaggia il fatto di essere da sempre abbastanza costante e regolare in quello che faccio.
    Sono stato costretto a costruirmi il mio piano di allenamenti perchè non avrei il tempo di seguire le tabelle che si trovano in giro: un podista amatore che vuol correre in 3.30-4h dovrebbe lavorare solo mezza giornata!
    Per fortuna in rete si trova un sacco di informazioni. Tolti di mezzo i ciarlatani e i consigli non motivati, tutto il resto fa brodo (con un po’ di senso critico).

  3. Domenica pomeriggio ho cercato inutilmente il tuo tempo, pensavo di non ricordare esattamente il tuo cognome … Complimenti, ottima prestazione, hai sicuramente ulteriori margini di miglioramento !

  4. Quando ho visto che l’sms arrivava a tutti tranne che a me avevo capito che qualcosa non funzionava …
    Per fortuna TDS è riuscita a recuperare i tempi.
    Grazie per la fiducia, sia per il commento prima della gara sia perchè domenica non mi hai dato per ritirato.

    Ciao

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