D’estate, in vacanza, riesco ancora a leggere. Negli altri periodi dell’anno la cosa mi risulta molto più difficile. Così quando avverto l’attesa per l’astenzione del lavoro e la maggiore rilassatezza per la mancanza forzata di allenamenti, insomma, quando sento profumo di vacanza, faccio un ordine su Ibs, LaFeltrinelli o (come quest’anno) Hoepli, con qualche libro che intendo leggere nel periodo estivo.
Quest’anno in lista ci sono tre libri: uno divertente e brillante, uno serio e interessante ed infine uno che riguarda la corsa. Il primo è la terza puntata della saga di Douglas Adams. Dopo Guida galattica per autostoppisti e Ristorante al termine dell’universo, tocca a La vita, l’universo e tutto quanto. Quello serio è Il Bambino Filosofo, da cui vorrei imparare come riuscire a non ridurre il rapporto con mia figlia di 3 anni ad un perenne scontro per vedere chi è più testardo 😉
Infine un libro di Luca Speciani: L’Ultramatona. Ne ho già parlato tempo fa, in un post che ha avuto l’onore di essere commentato dall’autore. Le parole di Speciani spesso mi convincono e mi trovano parecchio d’accordo. Sono propenso a concedergli fiducia. C’è sempre però qualcosa che non mi quadra del tutto e che per tanto tempo mi ha tenuto lontano dalle sue pubblicazioni. Questa lettura potrebbe chiarimi un po’ le idee.
Puntualizzo: il titolo del libro non deve suggerire un interesse per le gare di lunghezza “estrema”. Oltre la maratona non ho intenzione di andare, non sarei in grado di allenarmi adeguatamente. Anzi, son sempre più interessato a distanze “brevi”. Quello che cerco in questo libro è la versione “stabile e definitiva” delle idee di Speciani sui meccaniscmi energetici, tipologie di allenamento, alimentazione, che ho letto parecchie volte in maniera spezzettata e incompleta.
“Bambino Filosofo” mi sa che serve anche a me, me lo segno !
Se hai pazienza a settembre ti racconto com’è 😉
Ah, dimenticavo: a Speciani avevo scritto circa tre anni fa per un consiglio e devo riconoscere che è stato cortese e professionale nel rispondermi. Una persona perbene insomma.