Che giornata, domenica! Che gara! Tanti motivi di soddisfazione, alcuni di rammarico, tante emozioni contrapposte che quasi c’è da non capirci niente. Mettiamo un po’ di ordine, ricapitoliamo …
Arrivo a Vedelago prima delle 7, in tempo per vedere l’ammirevole impegno di volontari e standisti nella piazzetta del municipio. C’è tanta passione, magari un po’ di improvvisazione, ma ce la mettono tutta. Ho subito l’impressione che sia una maratona a misura di atleta. Niente fila ai bagni, niente fila per ritirare il pettorale, al ristoro. Forse non è apprezzato dagli organizzatori, per un atleta è importante. Viene offerto perfino il caffè. Buono e forte. Sveglia assicurata. Con calma mi oriento, trovo una zona deserta per il riscaldamento e lo stretching. Ho un indolenzimento alla schiena. L’appoggio del piede destro mi crea dei fastidi al nervo sciatico. Mi capita, ogni tanto, ma di solito passa dopo un po’. Mi sembra di stare bene, anche se non ho la sensazione di freschezza e forza che in alcune occasioni ho sperimentato, come lo scorso ottobre alla maratona di Venezia. Ammetto che ho passato il sabato sera a teatro e di aver dormito da mezzanotte alle 6. Probabilmente anche la temperatura notturna non mi permette di recuperare in modo ottimale.

Verso le 9 comincia già a fare caldo, siamo già oltre i 21°C. La presenza dei ragazzi che partiranno per la mini-run di 6 Km porta gioia e vivacità all’ambiente. Sto diventando vecchio: mi commuovo di fronte a ragazzi festanti che fanno sport.

La partenza della maratona è circa 80 metri dietro quella della 30 Km. Questo crea un po’ di confusione in chi si schiera all’ultimo minuto. Lo sparo avviene sulla linea della partenza dei 30 Km, noi maratoneti partiamo 2-3 secondi dopo. Non si era capito che il botto valeva per tutti. I primi 5 Km sono sulla regionale 53. Strada ampia, dritta. Ho in mente il passo di 4’20″/Km. Passo i primi 3 Km 5″ più lento. Cerco di essere cauto. Mi affianca e supera uno che ha un passo interessante. Mi accodo per un po’ ma lo lascio quando mi sembra troppo veloce. Resto invece in scia alla prima donna, scortata da una bici. Un cavalcavia poco prima del ristoro rallenta un po’ il passo. Faccio la discesa veloce e stacco la ragazza. Nel mirino il ragazzo che mi ha staccato, che recupererò assieme al suo gruppetto al Km 9. Al primo ristoro applico la tattica che avevo da qualche girono deciso. Mi rovescio due bottiglie di acqua sulla testa e sulle spalle. Canottiera, calzini e scarpe si inzuppano, ma questo credosia l’unico modo per resistere al caldo. Il peso aggiuntivo che son costretto a portare non è tanto elevato quanto il senso di fresco. Sarà così ad ogni ristoro e ad ogni spugnaggio.

Tengo un gruppetto nel mirino e lo raggiungo al Km 9, grazie a 4 Km con passo medio 4’18″/Km. Secondo ristoro, seconda annaffiata, poi giro a sinistra verso Resana, mentre tutti gli altri a destra. Resto completamente solo sulla statale verso Resana. Tengo un passo ancora sotto la media obiettivo, recuperando qualche secondo. Al Km 10 attraverso una rotonda il cui dislivello tra l’esterno e l’interno è almeno di 2 metri! La scelta era: allungare il percorso e correre sul piano, oppure cercare la corda e fare discesa e salita. Ho scelto quest’ultima, sperando che chequeste variazioni di ritmo aiutino a decontrarre un po’ le gambe. A Resana il mio arrivo è annunciato dallo speaker. Una discreta folla mi incoraggia. Piccole soddisfazioni. Un po’ per la discesa, un po’ per il tifo, faccio il km più veloce della gara: 4’08”, con picchi di velocità istantanea di 3’50″/Km. Girato l’angolo sento l’annuncio del passaggio della prima ragazza. Non è molto lontana da me.

Si ritorna verso Castelfranco. I prossimi 20 Km saranno tutti in leggerissima salita. Si attraversa la campagna su una strada tortuosa, spesso pendente verso l’esterno e con qualche buca nell’asfalto. Per di più c’erano anche un paio di sottopassi e qualche ponte sui tanti canali di irrigazione. Insomma percorso molto vario, bisognava stare all’erta. Forse questo tratto non sarà velocissimo, però è piacevole correre in queste condizioni. Rientro a Castelfranco. Ennesimo cavalcavia, proprio alla mezza. Passo in 1h32’26”. Uno spettatore mi dice che sono 19esimo a due minuti da quelli davanti. Mi gaso. Attraverso il centro in pavè con un buon passo. Non c’è una vera e propria folla, ma il passaggio in solitaria è molto emozionante. Uscito dalla cittadina rallento di qualche secondo. Attorno al Km 25 mi supera un ragazzo che ha un passo deciso. Provo a tener la scia per un po’ ma poi preferisco non rischiare. Per essere così indietro deve aver fatto la prima parte abbastanza lento.

Verso Riese mi riprendo un po’. Una rotonda in centro fa da boa, per un centinaio di metri si incorciano altri concorrenti. Vedo un gruppetto non lontano. Se qualcuno crolla lo prendo, ma mi sembra difficile riuscire ad incremetare per raggiungerli. Mantengo la mia strategia, anche se questo tratto velocizzo un po’. Al rifornimento del Km 30 per una incomprensione con una volontaria manco la presa alla seconda bottiglia di acqua. Peccato, ora il caldo si fa sentire. C’è del vento contrario, ora, abbastanza sostenuto (~10m/s) che rallenta un po’ ma supplisce alla mancanza del refrigerio dell’acqua. Dopo lo spugnaggio del km 32 penso che mancano 10 Km e che se ho qualcosa da spendere questo è il momento. Con cautela accelero. Faccio 5 Km a 4’16″/Km di media, grazie anche alla leggera discesa. Rallento 2 Km prima del ristoro. Qui bevo un po’ troppo, pago lo sforzo e con l’acqua che balla in pancia riesco solo a fare 2 Km a 4’30″/Km. A questo punto trovo parecchia gente che va piano o cammina. Sono quasi tutti partecipanti alla 30 Km. Io spero che tra essi ci sia qualche maratoneta. Dopo essere stato 17-18esimo per tutta la gara negli ultimi 10 Km ho guadagnato 4 posizioni. Me lo aspettavo e ci speravo. La temperatura a questo punto ha superato i 27°C. Ultimi centinaia di metri a tutta e sono sul traguardo. Soddisfatto. Parecchio. A 100 m dall’arrivo ho sentito dire “Ecco arriva il decimo”. Non so se crederci o no. In ogni caso posso essere in corsa per la classifica di categoria. Attendo con curiosità le classifiche. Quando escono rimango un po’ deluso. 14esimo assoluto e quarto di categoria. Piazzamenti eccellenti, ma per qualche minuto ho sperato di provare il brivido di salire sul podio. Chissà quando mi ricapiterà un’occasione del genere: il decimo classificato era a 4 minuti, il terzo di categoria a 3 minuti. A queste condizioni non erano comunque alla mia portata. Torno a casa con un ottimo paggo gara: maglietta, gnocchi, spazzle, buoni sconto … Complimenti al Gruppo Atletica Vedelago, complimenti all’organizzazione. Una maratona che consiglio a tutti e che merita una maggiore affluenza.

Per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto. Ho migliorato il personale di un paio di minuti, in condizioni per niente facili. Il muro delle tre ore era a portata, con 5-8 gradi di meno. L’impegno credo sia stato abbastanza costante, la differenza del passo è giustificabile dal vento, pendenza e presenza di cavalcavia/sottopassi. Ho fatto la corsa che volevo fare, ho avuto modo di provarci, ho fatto 5 Km veloci, ma non sono riuscito a tenere quella velocità. Col senno di poi credo si potesse limare al massimo un minuto e quindi arrivare assieme al ragazzo che mi ha passato al Km 25. Chissà se avessi tenuto la sua scia … meglio non averci provato, comunque. La maratona non ha lasciato grosse conseguenze. Sto bene. Da domani ricomincio a corricchiare.

Di Abro

Un pensiero su “La mia Castellana”
  1. Ottima gara,ottima condotta ma perchè non ri-provarci a metà Novembre con il fresco? Al 60% vai sotto le 3 ore …

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