Che spettacolo i Trials americani! Fior fior di atleti con personali da paura “costretti” a sacrificare la loro maratona di primavera per guadagnarsi sul campo la partecipazione alle olimpiadi in una gara di scarsa importanza e con un piccolo montepremi, assieme a qualche centinaio di altri atleti accreditati del minimo.

Questa è meritocrazia. Così capita che se fai 2h9’55” (come Dathan Ritzenhein) sei fuori. Per 8″. E nessuno si lamenta. Capisco che in Italia sarebbe difficile organizzare una specie di Trials: vi parteciperebbero dieci atleti, non abbiamo i numeri degli Usa. Però spesso si ha l’impressione che in nazionale ci entra colui sul quale la federazione ha scelto di puntare qualche anno prima, trascurando o lasciando aspettare atleti che emergono inaspettatamente. Lo si è visto ai recenti mondiali di corsa in montagna e agli europei di maratona.

Per la cronaca: Ryan Hall tira per metà gara a gara, poi, viste le potenzialità in gioco la gara diventa tattica: vince Keflezighi davanti a Hall e l’ex somalo Abdi Abdirahman. Tra le donne si qualificano le favorite: Flanagan, Davila,Goucher.

Di Abro

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