Il racconto dell’esperienza olimpica di Meb Keflezighi non è per niente banale! Ad Aprile si è fermato completamente 3 settimane perchè dopo una settimana di grandi allenamenti i suoi glutei non lo volevano reggere in piedi. Ripresi gli allenamenti i riscontri sono stati migliori del previsto e degli anni precedenti, fino ad un’altra settimana di stop a causa di n infortunio a metà maggio. A Giugno ha vinto la mezza di San Diego in 63′ con solo una serie di 5×1 Km e 9x300m. Dopo la gara i glutei hanno protestato nuovamente e quindi ha recuperto per una settimana. Allenamenti solo in bicicletta. Interessante sentire che anche lui fa grossi sacrifici alimentari e deve spesso combattere contro la sensaione di morire di fame.

E così arriva il giorno della maratona. In salute ma non al massimo a causa delle pause di allenamento. Per 5 miglia corre davanti e tutto va bene fino al ristoro. Per sbaglio afferra la bottiglia di Ryan Hall. Rallenta per farsi riprendere e gliela passa. Ryan gliene offre un po’, ma il contenuto non si adatta la suo stomaco. Poco dopo ha qualche crampo che lo costringe a rallentare. Meb difende la decisione di rallentare per farsi avvicinare da Ryan.

Passata la mezza in 1’04”, con oltre un minuto dalla testa e 20 corridori davanti solo il personal best era un motivo per continuare, mentre il contratto già fimrato per la maratona di New York di Novembre era un motivo per ritirarsi. Il pensiero di rappresentare una nazione, però, lo ha convinto a continuare con il solo scopo di portare a termine la gara. Raggiunto un gruppo di 9 atleti si è dato l’obiettivo di vincere questa gara nella gara. Resta da solo con il giapponese e a 5 km Bob Larsen (il suo allenatore) gli fa i lcenno di essere sesto. Grande soddisfazione! Se riesce a battere il giapponese è nei 5. Poco dopo vede Dos Santos in grossa crisi. Il pensiero che lo motiva ad arrivare quarto è l’eventualità che qualcuno venga beccato all’antidoping. E’ una considerazione, dice, che qualcuno potrebbe criticare, ma molto realistica di questi tempi. Per di più ha un forte potere motivante.

Di Abro

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