“The marathon is run on finely tuned physiological systems,
not audacity and courage”
E’ da Agosto che ho in mente il passo da tenere domenica prossima. Il malessere della settimana scorsa mi ha messo qualche dubbio, subito fugato dalla veloce guarigione.
Credo di essere in grado di tenere i 4’/Km. Me lo dicono i test e il comportamento del mio corpo a questa velocità. Me lo suggeriscono i tempi fatti negli allenamenti. Mi conforta il fatto di aver percorso 250 km in più rispetto all’ultima maratona (corsa @ 4’12″/Km), considerando i tre mesi precedenti.
Non sarà facile, per quanto possa essere preparato. E’ una prestazione che richiede un impegno massimale, quindi se qualcosa non gira per il verso giusto non potrò raggiungere questo obiettivo. Ci saranno ostacoli endogeni che cercherò di evitare, ed ostacoli esogeni che proverò a gestire. Tra i primi temo soprattutto la voglia di strafare. Tra i secondi temo il vento. Più delle salite e più dei ponti.
Sembra sicuro che ci saranno meno di 10 gradi, vento di bora contrario di tre quarti e pioggia. E’ prevista acqua alta con massimo di 120 cm domenica mattina alle 9:35. Piazza San Marco andrà sotto! Non c’è speranza di passarci. Già due anni fa l’alta marea mi impedì il transito in questa splendida piazza.
Il peso è sotto controllo: 62 Kg. Non ho mai corso una maratona così leggero. L’effetto dello scarico si fa sentire. Il girocoscia è un po’ aumentato nonostante il peso stabile e mi sento pieno di energie. La frequenza cardiaca è scesa a livelli dei periodi di recpero. Resta solo da cercare di fare in modo che nelle prossime 48 ore scarse non succeda niente di spiacevole.