Dopo due maratone “aggressive” e generose, domenica voglio correre con molta pazienza. Voglio arrivare al parco di San Giuliano in buone condizioni, come due anni fa. L’idea é di partire con un ritmo attorno ai 3’50″/Km. Ma niente di obbligatorio. Devo prima di tutto trovare un passo confortevole e un bel gruppetto. Niente fughe intrepide o solitarie quest’anno.
Non voglio perder l’occasione di vedere che tempo posso tirare fuori da una preparazione così diversa da quelle che son solito fare. Tanti km ma molto più lenti. Chissà che non ci scappi una sorpresa.
Quest’anno la Venicemarathon é valida come campionato italiano Bancari/assicurativi.E’ stimolante pensare che uno sforzo personale possa aiutare anche un obiettivo comune alla squadra. Un motivo in più per non rischiare. Meglio perdere un paio di minuti per prudenza che una decina per una crisi.
Ci sono un paio di squadre piuttosto forti, sarà una bella lotta. Per il titolo assoluto c’è chi ha un personale migliore del mio di più di 10 minuti e parecchi anni in meno. Quindi non mi faccio aspettative. Sono contento che ci sia tanta concorrenza. Ha più valore un piazzamento in buona compagnia che una vittoria senza avversari.
Di solito prima di una gara sono molto sensibile agli stimoli musicali. La musica riesce a toccarmi più in profondità e mi da tante emozioni e tanta adrenalina. Spesso ne parlo nel blog perchè capita che una canzone sia fortemente legata alle due o tre settimane precedenti la gara. Dopo averla corsa di solito non la ascolto più. Cambio pezzo.
Dopo un recente viaggio a Roma, quando cerco la concentrazione per un evento a cui tengo, mi viene da pensare al David di Michelangelo e non presto più attenzione a quello che sto ascoltando. Vederlo dal vivo mi ha provocato una forte emozione, da pelle d’oca. Sarei rimasto ore a fissarlo.
Perchè? Forse perchè rappresenta in modo perfetto l’attimo, il giorno, la settimana prima della grande sfida. La quiete prima della tempesta. Davide ha la fionda carica. La tiene con la sinistra, passa dietro la schiena e il sasso é sulla destra. La posa é perfetta, le perfezioni del corpo pure. Ma a me affascina il volto. Lo sguardo. Ci crede. Tutti lo danno battuto. Golia é troppo forte, ma lui é convinto di farcela. Guarda avanti, concentrato e sicuro. Senza paura. Sei mesi dopo vedrò uno sguardo simile sbucare alle spalle della Incerti alla partenza della mezza maratona valida per i campionati europei. La riconosco subito e mi chiedo cos’ha intenzione di fare. E’ uno sguardo di una che ha le idee chiare. Pronta ad affrontare le difficoltà. Cerco di seguirla dall’inizio alla fine quando le immagini si soffermano sul suo gruppetto. Alla fine Veronica Inglese sarà medaglia d’argento con primato personale.
Al di la del risultato, che di per se conta solo per gli atleti professionisti, é una esperienza splendida vivere quel momento. Uno stato di completo isolamento, sicurezza di se e focalizzazione completa sull’obiettivo. Capita anche agli amatori ogni tanto. I loro risultati sono assai modesti, ma la soddisfazione é unica. Arrivi alla fine della gara e non sai se é passato un minuto o due ore. Ti viene da piangere o da ridere o da urlare. Oppure ti rendi conto di qullo che hai fatto solo 5 minuti dopo, quando stai bevendo il the .