Questa settimana mi mette in testa un po’ di dubbi e preoccupazioni. Ho saltato un allenamento, il più lungo e difficile, per un problemino alla gamba destra. Il piccolo infortunio é passato presto e per questo contavo di correre facile al venerdì, non avendo nelle gambe la fatica di un allenamento pesante. Invece avevo poca voglia, ho fatto una fatica bestia e il cronometro non mi ha dato tanta soddisfazione. Come se non bastasse sono caduto, senza gravi conseguenza, per fortuna.

Con questi contrattempi la mia settimana si ferma a 80 km. Un mezzo scarico che poteva star bene fra  due settimane.

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LE mie giornate sono passate così:

Lunedì: all’ora di pranzo vado in pista con l’obiettivo di stimolare la velocità. Dopo i primi 4 km di riscaldamento faccio i soliti 25′ di esercizi di andature. C’è il sole ma il la temperatura é sopportabile per quello che sto facendo. Finiti gli esercizi parto per una serie di allunghi sui 100 metri (recupero nelle curve). Ne faccio 10 prima di fermarmi a bere. Non forzo molto la velocità e cadenza, cerco di sfruttare la spinta di ogni appoggio e mantenere un assetto equilibrato. In media tengo un passo di 3’06″/Km, 172 ppm, e 168 cm di falcata. Sto bene e decido di fare una seconda serie, anche se mi rendo conto che é un po’ pesante. Visto che le ginocchia tengono forzo un po’ di più e i valori medi che ne escono sono 2’53″/Km, 198 ppm e 175 cm. Molto buoni, sono soddisfatto.

Durante gli allunghi dei 100 metri ho lasciato accesa la videocamera di un vecchio telefonino per controllare tecnica e appoggio. L’immagine qui sotto si riferiesce ad alcuni fotogrammi della decima ripetuta.

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Partendo dal basso, l’appoggio é da fondista. Vado in estensione con la caviglia ma appoggio abbastanza correttamente a metà della pianta del piede. Al momento dell’appoggio il piede é sotto o appena dietro il ginocchio. Fin quì tutto ok, meglio il sinistro che il destro. La tecnica non é per niente sopraffina, ma accettabile per un maratoneta. Mi sembra buona la fase di spinta, l’avanzamento dell’anca e il richiamo della gamba. Affondo ancora molto con il bacino quando la gamba é in sostegno, affaticando il quadricipite. Anche in questo caso il destro é peggio del sinistro. Sarà per questo che il Garmin mi dice che i tempi di appoggio della gamba destra sono il 51-52% della gamba sinistra. Sono leggermente migliorato, però, rispetto al passato. Il busto mi sembra messo bene, Oscillo troppo poco con le braccia e ho i gomiti larghi a causa delle spalle strette in avanti. Devo lavorare di più sui dorsali per migliorare l’assetto della parte superiore. Facile avere una corsa pulita negli allunghi di 100 metri. Dovrei provare una registrazione anche a ritmo gara e nella corsa lenta.

Martedì: mi gioco il jolly. Non mi va di fare un allenamento pesante oggi con l’afa e domani corsa lenta sotto il fresco della pioggia. Sono costretto a schiacciare gli allenamenti pesanti nella seconda parte della settimana. Pazienza. Oggi mi immergo nell’umidità all’80% che oscura il sole ma rende i 24°C effettivi molto meno sopportabili. Corro 15 Km al passo medio di 4’22″/Km. Sento nelle gambe la fatica degli allunghi di ieri. Tengo la frequenza cardiaca sotto i 150 bpm. Non voglio esagerare con i Km e con la velocità. Se fosse stato più fresco averi azzardato una ventina di km lenti, ma domani si corre veloce e vorrei avere le gambe per farlo.

Mercoledì: é il giorno del dell’allenamento e pioviggina. Tutto come previsto. Mi aspettavo anche il leggero fastidio alla parte bassa del polpaccio destro. Mi accompagna dalla scorsa settimana per il primo Km. E’ evidente l’affaticamento della gamba. Dopo pochi minuti di corsa, però, sento una fitta crescere più o meno nella zona del capo laterale del gastroecnemio. Mi fermo un attimo per massaggiare. Non mi fido di tentare la sorte proprio oggi che avevo l’allenamento veloce. O tutto o niente. Non vale la pena fare una corsetta. Torno indietro (solo 2 Km oggi) e sfrutto l’uscita con 40′ di stretching sotto la pioggerella. Vediamo come va domani.

Giovedì: esco a pranzo senza obiettivi. Comincio con una corsa lenta. Non sento fastidi e incremento un po’ l’andatura. Il dolore di ieri sembra attenuato e quasi sparito. C’è il solito affaticamento al tendine d’Achille destro. Chiudo con 17Km a 4’17″/Km di media. Dopo cena mi stendo per 20′ di stretching.

Venerdì: per i 25 Km a ritmo gara scelgo lo scenario della pista ciclabile che da Casale sul Sile scende a Portegrani, in laguna. Parto alle 9, il cielo é coperto, fa freddo. Mi copro con una maglia tecnica a maniche lunghe. Non patirò il caldo. C’è un vento leggero che si fa sentire nei tratti non protetti dal bosco. Il terreno tutto sterrato, tranne brevi tratti in cui si attraversa qualche centro abitato. Sono giù di tono e ho poca voglia. Strano, di solito non vedo l’ora di godermi queste uscite. Dopo 4 Km di riscaldamento, mi metto sotto i 4’/Km e cerco di tenere l’andatura. Lo scenario é bellissimo. Incontro tanta gente a piedi e in bici. Mi piace seguire il corso del fiume e con lui entrare nei paesini quasi di nascosto, dalla porta di servizio. Mi giro appena arrivo in laguna e torno indietro. La stanchezza si fa sentire, ma tengo l’andatura fino ai 20 Km, per poi calare leggermente. Appena iniziato il km 22 a Musestre, devo lasciare il marciapiede per lo sterrato della ciclabile che passa un ponticello pedonale sul torrente che da il nome al centro abitato. C’è un tornantino a sinistra in leggera salita che affronto quasi da fermo. Sono in appoggio sul sinistro in piena curva e spingo per riprendere l’andatura. Non me ne rendo nemmeno conto e mi trovo con la pancia per terra a guardare i sassi. Non ho fatto nemmeno in tempo a mettere le mani avanti, oppure non ho avuto la lucidità per farlo. Mi trovo steso a terra nella stessa posizione con cui corro 😀 Il primo pensiero é stato “Che figuraccia! Speriamo che nessuno mia abbia visto”. Mi alzo e riprendo a correre, sento solo qualche sbucciatura sulle mani. Questo km se ne va in 4’09”, l’unico sopra i 4’/Km. Riprendo l’andatura precedente per gli ultimi 3 Km, molto molto faticosi. Ho qualche doloretto al busto, mi viene di solito quando bevo troppo, forse la caduta mi ha scombussolato i muscoli intercostali del busto. Dopo il 25esimo a ritmo gara rallento e faccio defaticamento per 3 km. Non ho le gambe per continuare col medio o allungare. Non mi sono stancato molto in questo allenamento. Durante la giornata e nel giorno dopo non avrò mal di gambe, mal di stomaco o stanchezza eccessiva. Eppure le gambe sembravano inchiodate.

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Lo sforzo cardiaca non é mai stato eccessivo. La fatica muscolare lo limitava. Ho tenuto una cadenza molto elevata, circa 181/182 passi per minuto. La lunghezza del passo invece equivale a quella che faccio col lento su asfalto: 136/137 cm. E’ probabile che lo sterrato sia il colpevole del passo corto. Aggiungendo i cm che mancano rispetto ad un medio recente su asfalto, il passo cala di circa 5″ al chilometro. Mi torna abbastanza.

La mia settimana finisce qui. Il barometro del mio umore é in peggioramento e sposta le previsioni verso 2h50′. Sta diventando un obiettivo stare sotto questo crono. Mi da un po’ di coraggio pensare che la forma che avevo qualche settimana fa non é sparita e che sto pagando la fatica di qualche allenamento molto pesante.

Mi resta una sola settimana in cui posso accumulare un centinaio di Km. Vorrei fare un bel ritmo gara, con cui togliermi la soddisfazione di fare una trentina km con facilità, ed evitare di farli troppo veloci. Una cosa é sicura: basta sterrato per un mese!

Di admin

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