Questa settimana mi conferma la sensazione di aver perso lo slancio di forma di qualche settimana fa. Mi sembra di rivivere l’avvicinamento alla maratona di Treviso di marzo. Ho ottime sensazioni, poi quando si va verso il ritmo specifico mi affloscio e crollo. Martedì ho fatto un ottimo allenamento di velocità resistente, che mi aveva dato fiducia. Ho testato ritmi da mezza maratona ad intervalli per appena 12 km complessivi. Probabilmente era meglio se ci mettevo il week end di riposo dopo questo lavoro come era previsto. Nei giorni seguenti, infatti, ho avuto fastidi e doloretti su tutto l’arto destro, dalla coscia al polpaccio. Tutto culmina col lungo ritmo gara di venerdì (non più prorogabile), in cui mi fermo dopo 22 Km. Mi porto a casa una dolore al muscolo gracile (presumo) che mi fa zoppicare tutto il giorno. L’allenamento di per se non mi ha affaticato troppo.
Questa settimana mi fermo appena sotto i 100 km. La prossima farò i soliti test che mi daranno qualche dato in più, ma l’evidenza assai chiara é che sarà in gara una impresa stare sotto 2h50′. Dovrò puntare a questo e lasciare credere ai miracoli coloro che supererò da San Giuliano in poi.
Ecco la mia settimana:
Lunedì: vado in pista per un test di Conconi non in programma. In fondo mi serve per svegliare la velocità, una valida alternativa agli allunghi. Dopo il test faccio 25′ di andature e torno con 10 Km totali.
Alla sera faccio una buona mezz’ora di stretching per essere pronto il giorno dopo.
Martedì: oggi mi attende una giornata spettacolare. Sole e fresco, con il vento che rende più arduo far velocità. Mi aspettano le ripetute su 3 Km che vorrei tenere a ritmo da mezza maratona, anche se questo quale sia questo ritmo non lo so neanch’io bene bene. Mi accorgo subito che riesco a tenere bene la velocità. Mi viene facile. Oggi posso stare sotto i 3’40″/Km e così cerco di fare. Mi sorprendono queste buone sensazioni, é la prima volta in questa preparazione che mi trovo bene a velocità maggiori della maratona. Questo allenamento é partito con numerose variabili aperte, perchè, essendo ormai a ridosso della gara non voglio sentirmi costretto ad affaticarmi troppo. Decido che la quarta ripetuta é l’ultima per un senso di esaurimento della gambe a livello dei polpacci. Prima di iniziare la quarta, mi sono fermato a far due chiacchere con i bambini dell’asilo che mi avevano chiamato. Credevo fosse uscita la palla ed invece volevano solo far due chiacchere 🙂 Dico loro che devo andare perchè mi aspettano al lavoro e uno mi risponde: “Perchè non vai al lavoro in macchina?” (come tutti gli altri papà, si poteva aggiungere… ). Resto senza parole e riparto sorridendo.
Finale: 4x3Km a 3’35″/Km di media con recupero di 500m non proprio lento (4’17″/Km). In questo momento non potevo chiedere di meglio, prima di tutto per le sensazioni e l’equilibrio in corsa. Corro i 21 Km in 1h21’30”, non male in allenamento.
Mercoledì: corsa lenta per 18 Km. Media 4’22″/Km. Sono stanco, sto valutando se rimandare a venerdì il lungo a ritmo gara. Forse mi conviene. L’uscita inizia con le nubi e un cielo grigio e termina col sole. Il vento é freddo, ma quando me lo metto alle spalle mi bruciano gli occhi per il sudore che mi scende in testa. Mi sono vestito un po’ troppo.
Giovedì: ho spostato a domani l’allenamento più importante della settimana. Temevo di non recuperare in pieno. Mi preoccupa soprattutto il tendine d’Achille destro, che é da un po’ che mi manda segnali. Un giorno in più di “riposo” non mi fa male. Parto per una corsa lenta e visto che mi sento bene arrivo a 16 Km al passo medio di 4’20″/Km. Negli ultimissimi Km sento tornare il fastidio sopra il ginocchio. Spero di non aver esagerato e di essere in forma domani.
Venerdì: parto poco prima delle nove. Bel sole e fresco. Il vento in qualche tratto si disturba, ma di questo ci si accorge sempre quando si é in difficoltà. Mi sento discretamente bene, sono abbastanza veloce fin da subito e quindi parto col mi oritmo gara dopo solo 2 km di riscaldamento. Sento la fatica del cambio di ritmo, ma spesso mi passa dopo qualche km. Invece già dal quarto/quinto km di medio sento tirare gli adduttori della gamba destra. Per evitare lo sterrato ho scelto qualch via che di solito non faccio. Non sopo preparato e mi perdo a Favaro Veneto. Non riesco ad imbucare la strada che porta nella campagna prima dell’aereporto di Tessera.
Questo mi fa rallentare e agitare. Quando trovo la via ci metto un po’ a tornare in equilibrio. Mi sparo in bocca un gel al km 18 del medio. Cerco di tenere i 4’/Km, visto che i 3’55″/Km di programma oggi me li sogno.
Torno a Favaro e ho di nuovo il problema di ritrovare la strada per casa. Strada senza uscita, torno indietro, sono stanco, suona il lap del cronometro: ultimo km in 4’08″/Km. Sconforto, spengo il Garmin e cammino. Mi guardo attorno per cercare la via verso casa, sono stufo di cercarla saltando da un marciapiedi all’altro. Cammino per 5′, poi riprendo a correre e sono letteralmente di marmo. Mi fa male tutta la gamba destra, zoppico vistosamente e non mi fido a correre a più di 5’30″/Km.
Piano piano mi riprenderò. Per consolarmi assumo il secondo gel. Strappo la linguetta e mi metto tra le labbra questo piccolo serbatoio di plastica che da un’ora e mezza balla in un taschino appena sopra il mio sedere, innondato dai fiuni di sudore che scendono dietro la schiena. Il gusto “agrumi” si sente ancora. Correndo senza obiettivi torno alla base con 22Km di ritmo gara (3’58″/Km) e un totale di 32 Km @4’09″/Km.
Ho lasciato fuori dall’auto una borraccia coi sali. La prendo e mi stendo al sole 5′ per godermi il fatto di aver smesso di correre. Non é andata come volevo. Credo sia il peggior allenamento chiave di ritmo maratona mai fatto. Non so se dipende dai problemi muscolari o dalla poca voglia di soffrire. Fatto sta che é un segnale da non sottovalutare, sia per questa gara che per il futuro.