Ultima settimana prima della mia 31esima maratona. Le corro da 15 anni ma quando é ora di ritirare il pettorale ho sempre i brividi. Un infortunio mi ha tenuto lontano da Venezia lo scorso ottobre. Domenica la rivedrò spuntare dal parco di San Giuliano. Avrò il tempo di rincorrerla per tutto il ponte della Libertà. La raggiungerò veramente solo scendendo dal ponte sul Canal Grande, con la planata verso San Marco.
La preparazione é andata bene, tranne per qualche intoppo. Ho molto da rivedere sul diario di queste settimane. Dalla quart’ultima ho avuto molti segnali negativi e si sono fermati i progressi. L’analisi inizierà da martedì. Ora penso a godermi questa gara.
Ecco la mia settimana:
Lunedì: vado in pista per ripetere il test di Conconi fatto due settimane prima. I risultati sono paragonabili, con una velocità leggermente più bassa. Soglia a 16.3 Km/h (3’41″/Km) con 165 bpm. Non c’è molto da aggiungere rispetto a quanto detto14 giorni fa.
Martedì: doveva essere quasi riposo, ma dopo la foto di gruppo esco in compagnia per 8 km lenti (5’04″/Km).
Mercoledì: classico test del ritmo gara di metà settimana. Preferisco intervalli da 2 Km, perchè quelli più brevi mi portano a forzare troppo. Oggi fa caldo e sudo un casino. sono scarico mentalmente e patisco il senso di stanchezza alle coscie che spesso mi capita quando diminuisco i km settimanali. Questo mi rende faticosa la corsa, ma ormai so che non dovrebbe essere niente di preoccupante. Tutto gia provato. Faccio bene le prime due prove, nell’ultima accelero quasi senza volerlo e vado a sfondare i 160 bpm. Così capisco quanto si paga qualche secondo in meno al km (ricordatelo, ricordatelo ….). Concludo con 3x(2Km @3.57 + 1Km @4.19). La mia preparazione termina qui.
Giovedì: sesto lezione di tecnica di corsa organizzata dalla squadra. Riscaldamento, stretching, andature e 8×100 metri di allungo. Meno di 3 Km per risvegliare le gambe.
Venerdì: esco a pranzo, prima di partire per il ritiro del pettorale per una corsetta e la prova della routine di riscaldamento. Gli allunghi di giovedì mi hanno segnato più del previsto. Mi sento affaticato ai polpacci. Taglio un po’ sulla corsa lenta e mi dedico allo stretching.
Questa settimana ho avuto una ispirazione dalla maratona di Amsterdam. Ho visto i tempi della bella gara di Luca Solone, uno dei migliori atleti a livello regionale. Ha corso con il cruise control, con una costanza perfetta e ha fatto il tempo che aveva nelle sue gambe, ne più ne meno. Due mezze quasi uguali, con leggero split negativo. Sono andato a rivedermi alcune mie maratone in cui ho corso più o meno alla stessa maniera Una volta avevo questa mentalità. Cercavo di fare un passo alla volta.
Poi ho cominciato a tentare il colpaccio. In maratona non ci sono miracoli, al limite errate valutazioni. Quest’anno a Venezia vorrei ricominciare da questa prospettiva. Non ho l’assillo del PB da migliorare, non sono abbastanza in forma. Voglio tornare ad essere soddisfatto per aver corso bene. Le difficoltà del percorso sono tutte concentrate negli ultimi 15 Km del percorso per cui, forse, lo split negativo non é la gestione migliore di gara. Un differenziale di 1 o 2 minuti potrebbe essere un buon obiettivo.
Tirate le somme, il ritmo che mi propongo é tra 3’55″/Km e 4’00″/Km. Dovrebbe permettermi di tenere a bada la frequenza cardiaca e salvare le gambe. Meglio un secondo in meno che un secondo in più, visto che la gara inizia dai primi dislivelli del Km 30, proprio quando la temperatura dovrebbe aumentare fino ai 19-20°C previsti per l’ora di arrivo. Sarò pienamente soddisfatto se starò sotto 2h50′. So che non sarà facile, lo considero un obiettivo vero, non un obiettivo di minima.
Sono soddisfatto della gestione del peso. Ne parlerò in un post a parte, perchè finalmente sono riuscito a perdere qualche chiloin eccesso … mangiando di più. Dopo la pausa estiva ho perso circa 1,5 Kg sulla media settimanale, con la giusta gradualità. Il “salto in basso” degli ultimi 10 giorni é dovuto essenzialemnte ad un week end morigerato. Da questa considerazione si capisce quanto é importante mangiare “da atleti” anche quando non si corre e nei momenti di festa in famiglia. Ovviamento di tutto ciò me ne dimenticherò presto, perchè la corsa é una passione e un piacere ma non una malattia.