Come sempre accade quando arriva il momento della rifinitura, la mia attenzione (almeno quella sportiva) si sposta dalla programmazione degli allenamenti all’impostazione della gara. Nelle ultime due settimane non si può far niente per migliorare la propria condizione. L’importante è non fare troppi km, non correre troppo piano per rischio di imballare le gambe e prendere confidenza con il ritmo gara.
Appunto, il ritmo gara …
Per questa volta, lascio perdere i vari Pace Calculator. Mi affiderò alla frequenza caridaca. La scelta è particolrmente azzeccata per il percorso ondulato. Secondo Pizzolato un amatore del mio livello dovrebbe correre tra l’88% e l’85% della propria frequenza di soglia. Per quanto mi riguarda, quindi, tra 145 e 150 battiti, valori da aggiornare la settimana prossima. Ho cercato di confrontare l’andamento della mia frequenza cardiaca attuale con un allenamento simile svolto tre settimane prima della maratona di Treviso.
Il 25 febbraio ho corso 15 km a ritmo gara, più o meno come ieri (anche se ne ho corsi solo 8, il ritmo era lo stesso). A febbraio ero reduce da un doppio allenamento, un 2x3Km al mattino e 9Km a rtimo gara la sera. Ieri ero reduce da 33Km fatti in due tempi. In termini di sforzo gli allenamenti dovrebbero essere comparabili. In figura il confronto tra i due allenamenti (il rosso è ieri).
La velocità è simile, tranne che per una grossa accelerazione ieri quando ho voluto raggiungere un gruppetto. La frequenza cardiaca è costantemente inferiore, a regime direi di 5-7 battiti. Credo non riuscirò mai a capire se la miglior condizione fisica in cui mi trovo è dovuta ad un sovrallenamento prima di Treviso, oppure se la stessa maratona e le successive due settimane di riposo mi hanno dato una spinta in più.
Il dato confortante è che nei tratti in cui ero sotto i 150 battiti tenevo comunque un ritmo attorno ai 4’30” o inferiore.
Tutto lascia pensare che la tua condizione sia ottima, se il clima sarà favorevole farai certamente il personale. In bocca al lupo.