Tre settimane fa, poco dopo la maratona, ho corso 10 km veloci in allenamento. Non c’era un motivo particolare, avevo voglia di velocità. Lo corsi in 38’20”. Alla sera mentre spulciavo il calendario Fidal in cerca di gare ho visto che il 16 aprile era previsto un 10.000 valido come campionato regionale alle porte di casa. Non ho mai corso questa distanza in pista e ho pensato fosse la volta buona. C’era il problema della pasqua, che cadeva giusto una settimana prima. Per 4 giorni sarei stato in viaggio con la famiglia senza la possibilità di correre e assalito da continue tentazioni culinarie.
Tornato dalla vacanza pasquale, nei pochi giorni precedenti la gara ho cercato di ricostruire una forma che la tavola, più che il riposo, aveva eroso. E’ evidente che in questa settimana c’ho perso: il 5×1000 pre-gara di mercoledì é risultato più lento di 5″ al Km rispetto all’8×1000 di 7 giorni prima. Ero preoccupato un po’ anche per il caldo. D’altra parte ci sarebbero stati anche dei fattori che mi avrebbero aiutato nella prestazione. Correre sul tartan assieme ad atleti molto forti e il clima da gara mi avrebbero aiutato. Considerato l’insieme delle condizioni mi aspettavo di confermare i 38′ fatti in allenamento.
Il sabato prima della gara mi invento di testare un paio di scarpe candiate ad essere usate in gara. Avre dovuto farlo venerdì, ma ho avuto diversi impegni e non sono riuscito a trovare il tempo per correre. dopo il riscaldamento ho corso lo stesso circuito di 3 km con le due paia di scarpe: le Puma Deviate Nitro 2 e le Adidas Adios 6. Durante i ltest ho corso un km all’intensità che avrei voluto correre la gara. I parametri erano perfettamente identici, ma la sensazione di rapidità di appoggio delle Adidas me le ha fatte preferire. La morbidezza delle Puma a mio parere si adatta meglio a distanze più lunghe.
Alla sera, per scrupolo, ho controllato l’elenco delle scarpe ammesse nelle competizioni dalla WA, scoprendo che non avrei comunque potuto usare le Puma. Per la pista ci sono regole più stringenti dei 4 mm di altezza del tallone. La scarpa non deve avere una altezza superiore ai 25 mm. Le mie Adios per fortuna sono ammesse. Il test é stato interessante, ma non era decisivo per la gara.
Domenica mi sveglio con le gambe pimpanti ma un po’ appesantite dalla corsa del giorno prima. La mia serie parte alle 11:20, ho il tempo di far colazione con calma e passare qualche ora con la famiglia. In 10′ minuti arrivo al campo e comincio un po’ di riscaldamento, guardando un po’ la gara della prima serie. Al sole fa piuttosto caldo ma l’aria é abbastanza fresca. Ho un po’ di fame e allora mi mangio un gel 30′ prima della partenza. Vado in call room alle 11. Per fortuna c’è un bel boschetto per proteggersi dal sole. Faccio qualche allungo e degli esercizi, nell’attesa. Finalmente si entra in pista. Giusto il tempo dell’appello per i 21 iscritti alla serie e si parte con 3 minuti di anticipo sul programma.
Prendo la corda lasciando passare gli atleti davanti a me. Al primo giro sono in ultima posizione però il passo é quello voluto, quindi non mi preoccupo. Presto però si forma un buco qualche posizione avanti e allora supero 3 atleti per mettermi in una buona scìa. Il passo nei primi 10 giri é buono e potrebbe farmi portare sotto i 38′. Poi resto solo mi assesto su un ritmo abbastanza costante ma di 2″ più lento al giro. Negli utlimi 3 riprendo a spingere, mi riporto sotto i 90″ al giro. L’ultimo giro é il più veloce: 1’28.8″.
ll tempo ufficiale é di 38’19.43″. Perfettamente identico a quanto corso 20 giorni prima in allenamento. Tutto come previsto, quindi. Non avevo previsto però il piazzamento. Sono arrivato terzo di categoria SM45. Tra gli iscritti c’erano 3 atleti molto forti, tutti in prima serie, quindi mi ritenevo fuori dai giochi. Uno di questi però non é partito.
Guardando i dati a mente lucida penso che avrei potuto avere più coraggio nella seconda parte di gara. Quando mi sono trovato a correre da solo ho perso un paio di secondi al giro. Però sono soddisfatto di aver concluso in progressione e di non aver terminato la gara troppo sfatto. Il fattore limitante nel mio caso era il fiato. Le gambe hanno tenuto abbastanza bene, anche se non ho sentito un appoggio ottima come in qualche allenamento durante la settimana. Soffiava da nord-est un vento di media intensità. Non mi ha dato particolarmente fastidio, anzi, alleviava leggermente la calura. Tuttavia potrebbe avere influito nella parte di gara in cui sono rimasto solo, rallentando. Sentivo qualcuno della prima serie che sottolineava l’importanza di restare in gruppo proprio per questo motivo.
E’ stata una ottima esperienza, certamente da ripetere quando ce ne sarà l’occasione.