Avevo già corso questa gara 5 anni fa. Mi era piaciuta l’atmosfera, la gara in sè, l’organizzazione e il fatto che si corre di venerdì sera. Ho sempre cercato di metterla in programma, ma per varie ragioni (pandemia compresa) l’ho mancata per 4 anni.

E’ un circuito in centro da percorrere 3 volte, per una distanza totale di 7200 metri circa. Se non fosse per i suoi 400 metri più caratteristici, il percorso sarebbe molto veloce e pianeggiante. Anonime strade asfaltate di paese di campagna. Questi 400 metri, ripetuti per due volte, arricchiscono la gara. Dopo il primo giro di lancio, prima del traguardo si gira a sinistra sotto un porticato che immette nel Brolo di Villa Cornaro. Una stradina sterratta attraversa il giardino erboso, costeggia il canale fino ad attraversarlo con un piccolo ponte ad arco. Infine si esce dalle mura che delimitano la proprietà della villa da una stretta cancellata. Questo tratto é reso ancora più suggestivo da due filari di luci che indicano la strada nel buio della sera.

La manifestazione é inserita nel contresto di una festa dello sport. Nelle piazzette attorno al centro sono allestiti campi di calcetto, basket e volley con tornei tra ragazzi. C’è l’atmosfera da sagra, profumo di grigliata, panini onti e birra.

Poco dopo la partenza

Appena arrivato ho l’impressione che l’aria sia un po’ più umida rispetto a casa. La zona é impaludata tra le risorgive di qualche fiume, quindi potrebbe non essere solo una suggestione. Faccio riscaldamento lungo il percorso. Me lo ricordo ancora, ma se mi viene qualche dubbio posso contare sulle indicazioni dipinte sull’asfalto. Per fortuna c’è una fontana in centro, dove posso rinfrescarmi prima di fare un po’ di andature e 2 allunghi. Ho deciso di correre con le Boston. Vista la breve distanza e il pezzo tecnico le ho preferite alle Puma con la piastra. Inoltre mi interessava provarle in gara, visto che con le Puma ho corso una mezza due settimane fa.

Mi sento abbastanza bene. Le gambe rimbalzano bene e le sento forti. Sento la stanchezza dell’allenamento spinto. Di sicuro potevo risparmiarmelo, o almeno limitarlo, ma avevo voglia di provare la velocità. Mi metto in griglia di partenza e sono a 5 metri circa dai primi. Chi mi sta avanti parte talmente forte che non é un problema partire in posizione così arretrata. Nel primo km ho un centinaio di persone davanti a me. Ne recupero molto pochi, mi sembrano tutti indemoniati. Dopo un km, il garmin mi da il tempo di percorrenza di 3’42”. Ho tenuto la velocità un po’ troppo elevata quando stavo superando un gruppetto all’esterno di una curva. La sensazione di stanchezza mi sembra poco sostenibile e cerco di correre in maniera più sciolta, senza spingere.

Secondo giro. Nel gruppetto.

Secondo km in 3’47”, arrivo sul traguardo in 70esima posizione. Giro a sinistra e mi butto in maniera aggressiva nello sterrato del brolo. Il terzo km torna ad essere veloce, considerato il fatto che contiene il pezzo più tecnico: 3’45”. All’uscita trovo un gruppetto con due atlete del CUS Padova in lotta per il terzo posto. Dopo poche centinaia di metri in gruppetto, mi sembra che la velocità cali. Mi metto davanti, ma quasi subito resto solo. Il Km 4 passa in 3’49”. Poco dopo c’è un ristoro. L’avevo saltato al primo passaggio per la troppa folla. Cerco di bere, trattengo il respiro molto tempo e poca acqua scende in gola. Mi raggiungono un paio di atleti del gruppetto, mentre le due donne non sono molto lontane. Lo sento dagli incitamenti dei tifosi. Passo il traguardo per la seconda volta per l’ultimo giro. Ho recuperato 10 posizioni. Affronto il brolo con meno spavalderia. Sarà il km più lento: 3’50”. Cerco di spendere le ultime forze, motivato dal fatto che é l’ultima volta che affronto quelle curve e quei rettilinei.

All’arrivo

Faccio fatica a respirare, mi manca ossigeno. Suona il km 6 nel punto più lontano dal traguardo. Li ho corsi in 3’47”. Adesso mi immagino di essere in discea. Ultimo km. Al ristoro invece di bere mi verso il bicchiere di acqua in testa. Non era neanche fredda. Per un po’ seguo un altro atleta, poi lo passo, ma quasi contemporaneamente vengo superato da altri due. Ho l’impressione che abbiano lanciato lo sprint. Chi ha corso al risparmio spende quello che ha. Chi era al gancio come me non può che fare di tutto per tenere la media. Il km 7 infatti passa in 3’48”. Restano i 250 metri finali, spezzati da una curva. Spingo sulle gambe, corro in modo muscolare, senza pensare al debito di ossigeno, come nel finale della maratonina di Scorzè. Porto la frequenza cardiaca fino al massimo di 177 bpm. La media di questo tratto finale é molto elevata, tanto che riesco a tenere lontani chi tentava il recupero dietro di me e ad abbassare il passo medio complessivo a 3’46″/Km. Ho recuperato 3 posizioni in questo giro. Concludo 57esimo in 27’21”. Rispetto a 5 anni fa ho perso 111″. La differenza é di 15″ al km. Una enormità, ma nel frattempo é successo di tutto. Nel complesso, da marzo sono in leggera ma costante crescita.

L’app Runbull mi “concede” 4 secondi per il clima in totale e 3 per il percorso. Questo dato un po’ mi sorprende, perchè la sensazione é che il clima mi facesse perdere 3 o 5 secondi a km. Probabilmente erano le mie condizioni soggettive a farmi pesare l’aria. Ho fatto in media 182 passi per minuto, esattammente come nella mezza maratona. Non é normale avere la stesa cedenza in due gare una tre volte più lunga dell’altra. E’ sicuramente un segno di stanchezza. Se fossi riuscito a tenere 2 passi in più al minuto, a parità di altri parametri, avrei concluso in 27′ circa. Guadagnando 3″ al km. Il passo é stato di 3 cm più lungo rispetto alla maratonina. Abbastanza normale, visto che la distanza chiedeva più forza. Non avevo problemi di limitare l’energia, ma il fiato.

Tutto sommato l’esperienza é stata positiva sia per le sensazioni e il feeling con la gara, sia per il risultato. Ho concluso ben lontano dal podi, al nono posto per la categoria SM45. C’era un sacco di gente che correva forte. Tanto che perfino Ruggero Pertile é arrivato secondo di categoria, concludendo in 25′ esatti. E’ stato bello vederlo. Ha un po’ di pancetta e un viso meno spigoloso rispetto a quando era professionista. Gli sono grato per un sacco di emozioni che mi ha fatto vivere, soprattutto per il quarto posto ai mondiali di Pechino. Assieme a Baldini e Meucci é stata tra le fonti di ispirazioni che mi hanno portato ad affrontare la vita da maratoneta amatoriale.

Restano 40 giorni prima della pausa estiva di luglio. Mi allenerò senza tanti programmi cercando di fare qualche sessione veloce e spezzando il chilometraggio in due allenamenti giornalieri. Un modo per combattere lo stress da calore la disidratazione. Non ho programmato competizioni. Cercherò di partecipare a qualche evento quando capiterà l’occasione. Tanto d’estate si fa solo roba corta.

Di admin

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