Già domenica dopo la gara non ero curioso di analizzare i dati di questa prestazione. Ho trovato interessante metterli a confronto con i 30 km a ritmo gara corsi 13 giorni prima e l’ultima maratona corsa a Brescia nel marzo 2023. La curiosità deriva dall’aver registrato lo stesso tempo di Brescia pur correndo con passo costante e con grande cautela la prima metà. In entrambe le gare dopo 30 km non sono più riuscito a stare vicino al ritmo programmato, fino a dover camminare.
Se ci fosse solo questo potrei dire che ho sbagliato la stima del passo maratona e devo ricalibrare il passo gara in funzione degli allenamenti. Però 13 giorni prima della maratona ho corso 30 km a ritmo gara (anzi, 2″/Km più veloce) con meno sforzo percepito rispetto a domenica e frequenza cardiaca più bassa. I grafici qui sotto si spiegano meglio di tante parole.
Sinceramente non riesco a darmi una spiegazione. Ho dei sospetti, ma hanno degli alibi. Provo ad elencarli.
Sospettato nr 1: non ho fatto abbastanza scarico nell’ultima settimana. Nella settimana -3 non ho corso per 5 giorni per un’influenza. Ho ripreso con una corsa lenta, un allenamento intervallato impegnativo, un lento sostenuto ed infine i 30 km a ritmo maratona. Ero reduce da 3 giorni di corsa da 70′ minimo dopo un riposo di 5 giorni. Certamente ho fatto uno scarico, ma mi ero riattivato per bene. Prima di Brescia invece avevo corso un totale di 45 km a giorni alterni in una settimana. 7 giorni prima avevo corso una campestre, ma non a tutta. Tirando le somme la mancanza di scarico non spiega da sola la controprestazione. Può essere imputata, ma solo in concorso di colpa.
Sospettato 2: mancanza di efficenza (scarpe, piedi poco attivi o altro). Nel grafico in calce si vede come nell’allenamento (arancione) ho corso i primi km con una buona ampiezza, addirittura 3 o 4 cm in più. Questo mi garantiva la possibilità di abbassare la cadenza per mantenere lo stesso ritmo. Sembra che la frequenza mi stanchi più dell’ampiezza anche dal punto di vista muscolare.
Ok, questo é un punto veramente interessante, va le la pena che mi soffermi sulla questione dell’ampiezza della falcata. Prima domanda: perchè non sono riuscito a partire con passi da 136 cm anche in gara? Colpa delle scarpe? Domenica avevo le NB, nell’allenamento e a Brescia avevo le Puma (le stesse). Quindi le scarpe non centrano. Ricordo che la mattina dell’allenamento mi sentivo abbastanza stanco e incapace di accelerare. Ho corso abbastanza sulla difensiva inizialmente. Forse in queste condizioni tendo a spingere più di ampiezza che di frequenza. Potrebbe essere un segnale che suggerisce quale é il mio modo di correre più efficente.
Sospettato nr 3: il clima. Era caldo e umido. Domenica c’erano 18°C e 82% di umidità. Condizioni non ottimali. Ho bevuto ad ogni ristoro, ma poco e male perchè c’erano bicchieri. A Brescia c’erano 7°C in meno, ma c’era più dislivello. In allenamento era fresco perchè ho corso a maniche lunghe. Sicuramente il clima ha influito, però considerando anche i 38 km a 4’23″/Km a 10 giorni prima della maratona, corsi in condizioni meteo molto simili, mi sento di poter concludere che averi dovuto correre a 4’20”-25″/Km e terminare in 3h03′-06′. Questo probabilmente era il mio limite. Facile saperlo a posteriori, difficile renderene conto la mattina stessa.
Concludendo, il sospettato nr 3, il clima, mi sembra spiegare abbastanza bene la differenza di rendimento tra gli allenamenti precedenti e la gara. Sebbene non ottimali, le condizioni meteo erano accettabili, quindi non possono rappresentare una scusa. Semplicemente non ero del tutto pronto ad affrontare l’obiettivo delle 3 ore. Avevo bisogno di che tutto fosse perfetto, e questo non é sempre possibile.
Il sospettato nr 2, la differenza di ampiezza di falcata, non spiega la differenza di rendimento tra allenamento e gara, ma é fortemente correlata con l’impegno organico (frequenza cardiaca) e tenuta alla distanza. Le osservazioni fatte mi spingono a far evolvere il mio metodo di allenamento. In un prossimo post spiegherò in che modo.